venerdì 8 dicembre 2017

La ragazza del mondo, 2016


Regia di  con Michele Riondino (Libero), Sara Serraiocco (Giulia), Marco Leonardi (Costantino), Pippo Delbono (Giacono), Stefania Montorsi (Costanza).




Giulia è una giovane liceale Testimone di Geova assieme a tutta la sua famiglia. La sua vita ruota attorno a questo mondo: le adunanze, il lavoro parti time per avere tempo per predicare, il non poter assecondare il suo talento per la matematica perchè considerato vanesio dalla sua religione. L'insoddisfazione cova dentro di lei, esplodendo nel giorno in cui conosce Libero, un "ragazzo del mondo" appena uscito dal carcere, con cui intreccia una storia che le costa l'espulsione dalla comunità....


Film che avrebbe meritato più attenzione di quella ricevuta da parte del pubblico, data la qualità con cui a mio avviso è stato realizzato e come viene raccontata un'ambientazione non semplice: quella dei Testimoni di Geova. Sarebbe stato molto facile scadere nella banalità e nello stereotipo tratteggiando ambientazione e personaggi, ma il regista di questo film è riuscito dell'impresa di non farlo.
Ed è un merito non da poco.
La storia d'amore, in sè, non mi ha colpito particolarmente come mi aspettavo: non ho trovato il personaggio di Libero così positivo come descritto in altre recensioni, e non certo per i suoi trascorsi poco puliti, ma perchè nel corso della storia non sembra proprio prestare molta attenzione a Giulia e ai suoi bisogni, e sopratutto a lei come persona. Mi ha dato più l'impressione di essere innamorato dell'immagine di lei che lui si è costruito: non capisce l'importanza che ha per lei il suo mondo religioso anche quando decide di lasciarlo, addirittura la mette in pericolo mettendola in contatto con gli spacciatori con cui fa affari e non si tira indietro nel riversarle addosso sensi di colpa per situazioni di cui lei  effettivamente non ha alcuna colpa. Non proprio un tipo onesto nei sentimenti...
Anche Giulia del resto pare coinvolta solo perchè inesperta e già orientata vers il cambiamento; è probabile comunque che sia proprio questa la chiave di lettura che il regista vuole dare: Libero è lo "strumento" (so che è una brutta parola ma non me ne viene una meglio) attraverso cui Giulia troverà il coraggio di emanciparsi da una comunità affettuosa ma che le andava stretta.
Quello che ho veramente apprezzato in questo film è il riuscire a rendere i Testimoni di Geova come persone reali, non per forza dei cattivi bigotti fuori di testa; anche quando sbagliano, anche i capi che sottopongono a giudizio Giulia sono persone umane, davvero convinte di ciò che predicano e- nei limiti del possibile- anche comprensive: si nota in particolare come nella scena del "processo" si accostano a Giulia senza offenderla nè aggredirla, e come anche quando le portano il giudizio negativo siano dispiaciuti per lei. 
Molto bravi i due interpreti Riondino e Serraiocco, e anche le figure comprimarie.



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