mercoledì 6 dicembre 2023

C'è ancora domani, 2023


Regia di Paola Cortellesi, con Paola Cortellesi (Delia), Valerio Mastandrea (Ivano), Romana Maggiora Viganò (Marcella), Giorgio Colangeli (Ottorino), Vinicio Marchioni (Nino),  


Roma 1946: Delia è una casalinga che vive nello scantinato di un palazzo popolare assieme al marito Ivano, ai tre figli e al suocero invalido Ottorino. A guerra appena terminata ci si arrangia come si può e Delia integra il magro bilancio familiare con vari lavoretti, sopportando un marito violento e un suocero ancora peggio con rassegnazione.

Quando la figlia maggiore Marcella annuncia il fidanzamento con Giulio, figlio dei proprietari del bar di quartiere, Delia spera che almeno la ragazza si sottragga a un destino simile al suo, ma alcuni segnali le fanno temere il contrario. Intanto, la portiera le consegna una misteriosa lettera indirizzata a lei...


Uscito nei primi giorni di novembre,  il film di esordio come regista di Paola Cortellesi è ormai diventato campione di incassi nel cinema, diventando un vero fenomeno di costume (non solo per gli effettivi meriti del film, ma anche per un notevole battage pubblicitario, martellante come poche volte si è visto per altri film). Attorno ad esso si è scatenata una vera isterìa comune, sopratutto dopo i recenti fatti di cronaca dell'ultimo femminicidio, a tal punto da essere diventato quasi impossibile dare un parere anche fuori dal coro o con delle osservazioni per non essere travolti dagli insulti di quelli che gridano "Capolavorooooooo!!!", "

Come sempre essendo fuori da certe logiche di pensiero, cerco di esprimere il mio parere rispettando quello altrui: tengo comunque presente che, al giorno d'oggi, qualcuno che si offende lo trovi sempre, qualunque cosa dici e fai. 


Il film mi è piaciuto molto: senza scomodare il neorealismo, uno spaccato di vita popolare dell'Italia dell'epoc,a appena uscita dalla guerra, in cui tanta povertà conviveva con la voglia di farcela e di lasciarsi definitivamente alle spalle la sofferenza. Questo vale anche per Delia, moglie infelice e rassegnata vittima di un marito violento che prende ogni minimo pretesto per riempirla di botte nonostante la presenza di tre figli, che ciononostante sogna un futuro migliore per la figlia maggiore Marcella (gli altri due, non pervenuti). Nella vita della poveretta ci sono ben pochi momenti di serenità, rappresentati perlopiù dalle chiacchiere con l'amica Marisa e dall'innocente filarino con il meccanico Nino innamorato di lei da una vita ma in procinto di emigrare a Milano per migliorare la propria condizione economica, la simpatia di un soldato americano che avendo intuito la sua condizione tenta di familiarizzare con lei per aiutarla.

Quando Marcella si fidanza con il figlio dei proprietari del bar del quartiere, dopo l'iniziale contentezza Delia comincia a temere che il futuro che si prospetta alla ragazza sia come il suo e decide di agire per evitarlo; da qui partirà tutta una serie di eventi a catena che porterà a una finale un po' a sorpresa e non proprio in linea con le aspettative che il pubblico ha fino ad allora intuito, un finale di un forte significato simbolico e molto bello ma che non ho ben capito in che modo dovrebbe impattare sulla vita della protagonista, che si presume tornata a casa tornerà a prendere mazzate come avvenuto finora. 


Interpreti bravissimi e davvero azzeccati, la migliore la giovane attrice Romana Maggiora Vergano nel ruolo di Marcella, che si esprime molto con gesti, sguardi ed espressioni spesso più significativi di tante parole. La Cortellesi e Mastandrea funzionano benissimo sia come coppia (inquietante la scene delle botte raccontata come fosse un balletto) che singolarmente, mostrando forza e fragilità dei loro personaggi in modo giusto. Nota di merito anche a Nicola Colangeli, il vero cattivo della storia: nonno Ottorino, vero responsabile della cattiva educazione del figlio, che continua a sobillare a una mentalità patriarcale già disprezzata in gran parte all'epoca. 

Come sempre amo molto l'inserimento di canzoni in un'epoca diversa dalla loro, e in questo film viene fatto in modo egregio: la scena con protagonisti Nino e Delia con sottofondo di Concato è la più bella del film, quella che più mi ha emozionato. 

Personalmente ho trovato alcune cose non troppo comprensibili (forse volutamente), ma di queste mie osservazioni parlerò in altro post. Nonostante tutto il film è molto bello e merita il successo che sta avendo, oltretutto è sempre un piacere quando un film italiano riesce a riportare la gente in sala e a fare incassi da record.




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