lunedì 10 agosto 2020

Franca Valeri

 Dopo Ennio Morricone, altra grande perdita per il cinema italiano: pochi giorni dopo aver compiuto 100 anni (31 luglio ) è morta l'attrice Franca Valeri, una degli ultimi "grandi" rimasti del nostro cinema.

Era nata a Milano  nel 1920 e il suo vero nome era   Alma Franca Maria Norsa; la famiglia era di origine ebraica e fu perseguitata dopo l'entrata in vigore delle leggi razziali nel 1938. Il padre e il fratello della Valeri trovarono rifugio in Svizzera, mentre lei e la madre, rimaste a Milano, furono salvate grazie a un impiegato dell'anagrafe che rilasciò loro delle carte d'identità false.

Esordì nel 1947 a teatro e per alcuni anni si dedicò a quell'unica carriera; nel 1950 esordisce al cinema con "Luci del varietà" di Fellini e in quegli anni si afferma come attrice prevalentemente in commedie, nel ruolo della "signorina snob" milanese che aveva portato in precedenza anche alla radio, che porterà a teatro e che diventerà un libro: "Totò a colori" (1952), "Piccola posta" (1955), "il segno di Venere" (1955", "Il bigamo" (1956), "Il vedovo" (1958).

Nel 1960 sposa l'attore Vittorio Caprioli, lavora molto in tv in spettacoli come "Studio Uno" e "Sabato sera" dove interpreta uno dei suoi personaggi più noti, la Sora Cecioni. Dimuiscono i film, tra cui si ricordano "Prigi o cara" (1962), "Ultimo tango a Zagarol" ( ), "La signora gioca bene a scopa?" (1974 ). Partecipa anche allo sceneggiato "Nel mondo di Alice" (1974), dove interpreta la Regina di Cuori.

Negli anni '90 riappare in vari telefilm: "Caro maestro" (1994), "Norma e Felice" (1995 ) accanto a Gino Bramieri, "Linda e il brigadiere" (1999 ).






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