mercoledì 19 agosto 2020

Aspettando il re ( A hologram for the king ), 2016


Regia di Tom Twyker, con Tom Hanks ( Alan Clay), Alexander Black (Youssef), Sarita Choudhury (Zara), Ben Witshaw (Dave), Tracy Fairway (Kitty).


Alan Clay, manager di mezz età divorziato e sull'orlo della bancarotta, viene mandato in Arabia Saudita dalla compagnia per la quale lavora per ottenere l'appalto di fornitura dei servizi informatici per una città avveniristica in costruzione nel mezzo del deserto.
Da subito le cose si fanno più complicate di quanto dovrebbero essere: il re del Paese, al quale avrebbe dovuto presentare il progetto, è praticamente introvabile e anche i suoi più stretti collaboratori non sanno dove trovarlo. Alan rimane così nel Paese per un periodo di tempo molto più lungo di quello inizialmente stabilito...





Tratto dal romanzo "Ologramma per il re" (2012 ), di Dave Eggers, è un film- sotto alcuni aspetti abbastanza surreare- che racconta di una "rinascita" di un uomo di mezza età in crisi lavorativa e privata, e per di più con problemi di salute. In alcuni momenti mi ha ricordato inevitabilmente "Il deserto dei tartari" di Buzzati per l'atmosfera di continua aspettativa di un qualcosa di poco tangibile che alla fine non si realizza, mentre invece succede altro.
Il protagonista Alan Clay è un tipico manager americano di una grande multinazionale: da ragazzo all'università aveva conosciuto il nipote del re dell'Arabia Saudita  e sfruttando questa conoscenza celebre (un incontro in realtà abbastanza superficiale sopratutto per il fatto che poi, per anni, non si sono nemmeno più sentiti) decide di tentare la sua ultima carta per salvare la sua carriera: presentare il progetto di cui sopra. 
Ottenuto miracolosamente l'appuntamento con il re il nostro parte, e al suo arrivo in Arabia Saudita trova solo uno sperduto tendone con alcuni giovani e volenterosi collaboratori, non in grado di svolgere il loro lavoro a causa della mancanza di supporti tecnologici validi e praticamente abbandonati a loro stessi.
La storia- non sempre lineare- si dipana attraverso la difficoltà di Alan di portare a termine il proprio compito: il re si rivela assente e il manager americano viene per giorni rimpallato da un ufficio all'altro e da un collaboratore all'altro, sembra che nessuno sappia veramente dove si trovi e quando sarà disponibile. 
Per fortuna Alan entra in confidenza con Yusuf, autista e accompagnatore, che lo aiuterà a districarsi nella complessa società e mentalità araba; nel frattempo un problema di salute da tempo latente ma ormai non più procrastinabile lo porta a conoscere l'affascinante dottoressa Zara, che finirà per avere un ruolo cruciale nella storia. 
Il ruolo di Tom Hanks è uno di quelli tipici della sua carriera e quindi niente di che, qualche perplessità durante la visione mi è stata suscitata più che altro dalla facilità con cui il protagonista sembra risolvere inghippi che, considerato il contesto, solitamente sono ben più spinosi; ma si sa, con la finzione solitamente si può tutto. Alla fine il film seppure improbabile sotto molti punti di vista scorre, e di questi tempi sono in non pochi ad avere bisogno di vedere almeno sullo schermo una storia consolatoria di rinascita personale...da questo film credo non si possa chiedere di più.




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