venerdì 5 febbraio 2021

Gramigna, 2017

 


Regia di Sebastiano Rizzo, con Gianluca di Gennaro (Luigi), Biagio Izzo (padre di Luigi), Teresa Saponangelo (madre di Luigi), Lucia Ragni (nonna di Luigi).


L'adolescente Luigi è figlio di un boss della camorra che ha sempre visto suo padre solo nel parlatorio del carcere dato che è stato arrestato quando era bambino. La madre e la nonna di Luigi fanno di tutto per tenerlo lontano da quel mondo che ha rovinato il padre e molti altri parenti e amici, ma la tentazione dei soldi facili spesso è troppo forte...


Ispirato a una storia vera, il film tratta un tema non certo nuovo, quello delle famiglie di camorristi assicurati alla giustizia e in particolare dei figli, che crescono praticamente senza un genitore vedendolo solo dietro le sbarre. In gergo vengono chiamati "vedove bianche" e "orfani bianchi", in quanto il parente è inesistente nella loro vita anche se ancora vivo. Il protagonista, Luigi, cresce proprio in una di queste famiglie: il padre viene arrestato quando lu è ancora molto piccolo, il bambino nel corso degli anni lo frequenterà ma nel parlatorio del carcere dove sconterà la sua pena. In molti nel suo ambiente ritengono che la strada del ragazzo sia segnata fin da bambino e questo fa nascere nel ragazzo una sensazione di doppiezza, in quanto egli da una parte sente il bisogno di discostarsi da questa mentalità e dall'altra per affetto, orgoglio comunque sia verso il genitore e anche- talvolta- opportunismo ritiene di dover concordare con quelli di cui sopra.

Per sua fortuna sarà comunque influenzato da una mamma e una nonna che premono molto per tenerlo fuori dai giri che hanno rovinato il padre, e che vogliono per lui una vita diversa.In particolare la madre, interpretata dalla brava Teresa Saponangelo, sa conciliare una scelta di vita non facile come quella di rimanere ad aspettare il suo uomo per anni con la determinazione ad assicurare al figlio un futuro diverso. Bello anche il ruolo di Biagio Izzo, famoso per ruoli comici, qui in veste seria: il suo camorrista è pieno di colpe ma anche lui a modo suo cerca di indirizzare il figlio verso la strada opposta da quella da lui presa. 

Nonostante la serietà del tema il racconto non risulta pesante  ma anzi come ritmo è abbastanza agile, forse un po' tirato per i capelli nel finale, tutto sommato un buon film.






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