lunedì 9 novembre 2015

Woman in gold, 2015



Regia di Simon curtis, con Helen Mirren (Maria Altman),Ryan Reynolds (Randolph Shonberg), Katie Holmes (Pam Schonberg),Tatiana Maslany (Maria giovane),Antje Traue (zia Adele),Max Irons (Fritza Altman)




Maria Altmann, che da giovane fu costretta a fuggire in America per sottrarsi al nazismo, è la nipote di Adele Bloch Bauer, la donna ritratta nell'omonimo quadro di Klimt esposto a Vienna.
Il quadro fu requisito dai nazisti durante l'occupazione che sterminò la famiglia di Maria costringendola a fuggire abbandonando tutto; perciò la donna intende rientrarne in possesso come legittima erede, ma chiaramente lo Stato Austriaco non ha nessuna intenzione di privarsi dell'opera.
Maria non desiste e affiancata dal giovane avvocato Randolph Shonberg, comincia un'ardua battaglia legale.....




Una storia vera che non conoscevo, e che -vedendola al cinema. mi ha molto appassionato; come spesso si dice, dietro un quadro c'è una storia e con questo film veniamo a conoscenza della storia che c'è dietro il quadro "      " di Gustav Klimt.
E' una storia bella e avvincente ma anche terribile, se si pensa all'ingiustizia con cui lo Stato austriaco entrò in possesso dell'opera d'arte, di come in pratica anche alla fine delle guerra non solo fece finta di nulla ma pure di come, una volta ricevuta espressa richiesta della legittima erede, si rifiutò di restituirlo ristabilendo un minimo di giustizia.
Il difetto del film è che a volte sembra correre un po' troppo, magari per mancanza di tempo nel dilungarsi sviscerando la vicenda giudiziaria, a tal punto che non sempre si capisce subito che tra una parte e l'altra sono passati due-tre anni; ed inoltre, mi sarebbe piaciuto una maggiore focalizzazione sul personaggio di Adele, la protagonista del ritratto: quel poco che ci viene mostrato dal regista incuriosisce, ci mostra una donna intelligente, colta e con una grande personalità ma probabilmente repressa dal ruolo sociale della donna all'epoca, che non permetteva grandi sbocchi anche nei casi di donne ricche e colte. Meritava sicuramente più spazio.

Helen Mirren interpreta con convinzione la combattiva Maria, una donna che nella vita ha dovuto affrontare molto dolore, ma che da queste terribili prove è uscita forse rafforzata. Certo la perdita della sua casa, della sua libertà, della sua famiglia (Maria per fuggire assieme al marito dovette abbandonare gli anziani genitori, che non rivide mai più) l'hanno segnata e per alcuni aspetti anche caricata di un senso di colpa che da sempre si porta dietro, ma l'hanno anche resa più combattiva e sicura di essere dalla parte giusta. Sa essere anche  ironica e affettuosa con il giovane avvocato che l'affianca nella sua lotta, lo si legge spesso nei suoi atteggiamenti.
l'altro protagonista è l'avvocato Randolphn Shonberg, inizialmente un giovane professionista che fatica a trovare la sua strada, sopratutto per via del fatto di essere il nipote di un grande maestro d'orchestra ebreo, anch'esso vittima dell'Olocausto, al quale tutti lo paragonano anche nelle situazioni più disparate; il giovane rifiuta questa figura non riuscendo ad emanciparsi da essa e a farsi considerare per sè stesso ( se non dalla moglie, una scialba - come sempre- Katie Holmes). la vicenda di Maria lo aiuterà non solo dal punto di vista professionale, ma anche da quello morale in quanto il giovane inizierà un percorso di riavvicinamento alle proprie origini e ai propri antenati, sentendosi sempre più coinvolto ed imparando ad essere orgoglioso dei propri antenati.
du bei personaggi , insomma, cosa che al cinema non sempre capita.




Nessun commento:

Posta un commento