lunedì 2 novembre 2015

Fantozzi, 1975



Regia di Luciano Salce, con Paolo Villaggio (Rag. Ugo Fantozzi), Liù Bosisio (Pina Fantozzi), Anna Mazzamauro (Sig.na Silvani), Gigi Reder (Rag.Filini),Plinio Fernando (Mariangela Fantozzi),Giuseppe Anatelli (Geom.Carboni),Paolo Paoloni (Mega Direttore Galattico).



Ugo Fantozzi, ragioniere impiegato presso una multinazionale, è sposato con la scialba ma affettuosa signora Pina e padre dell'orrida figlia Mariangela; al lavoro è abitudine subire vessazioni da parte di capi e colleghi, anche se ci sono l'amicizia con lo strampalato rag. Filini e la signorina Silvani, di cui Fantozzi è inutilmente invaghito....






Compie 40 anni il ragioniere più amato d'Italia,e per l'occasione torna al cinema in versione restaurata con i primi due capitoli della serie di film più fortunata del cinema italiano.
A ragione, si può dire che ormai Fantozzi è diventato una parte di noi: le sue espressioni, i suoi modi di dire, molti skecth che compaiono nel film sono ormai diventati parte dell'inconscio collettivo e del linguaggio comune degli italiani. Qualche esempio? La "craniata pazzesca", o l'urlo liberatorio "la corazzata Potemkin è una ca...ta pazzesca", o gli sfottò alla scimmiesca Mariangela, l'indistruttibile Bianchina.....per non parlare dell'aggettivo "fantozziano":"

"Di atteggiamento e mentalità pavidi e servili, attribuiti a un deprimente tipo di impiegato medio, alienato e perseguitato dalla sfortuna
|| Di situazione caratterizzata da eventi grottescamente sfortunati
|| Goffo, grottesco"


e ancora,la declinazione dei verbi in "venghi", "Vadi", "si muovi!"...Ce ne sarebbero di modi di dire e scene da citare di questo personaggio, nato come maschera che denuncia la mediocrità degli italiani con i loro vizi e virtù e diventato col tempo uno dei personaggi più amati e che tutti vediamo con affetto: perchè in fondo, capiamo che Fantozzi è un buono ed questa al giorno d'oggi è un'intollerabile colpa (la citazione non è mia, ma di Paolo villaggio).
Fantozzi, in fondo, è una maschera tragica: il piccolo italiano medio schiacciato da una vita che aborre, apatico, servile, disincantato, che forse ha ancora qualche piccola speranza o sogno ma inevitabilmente si deve rassegnare, anche se covando risentimento e invidia. Anche quando ha degli slanci di ribellione, viene facilmente ricondotto "dentro le righe".
Fantozzi, insomma, è davvero "uno di noi" per quanto questo poco possa piacere e per quanto ridendo delle sue tragicomiche avventure si tenda a dimenticarlo; ma lo stile ironico e pungente del regista è sempre lì a ricordarcelo, nelle varie scenette che si susseguono senza una vera e propria soluzione finale, perchè per Fantozzi in realtà non cambia molto. E nemmeno per gli altri: Fantozzi è quel che è, ma guardando bene anche gli altri personaggi non sono da meno: meschini, ipocriti, sostanzialmente infelici e pieni di velleità impossibilin da realizzare, vengono in fondo descritti con simpatia e tenerezza, proprio per la loro umanità.

 Per ovvi motivi Paolo Villaggio fa un po' da mattatore nel film, ma di certo non sono da  meno gli altri attori, che hanno saputo fargli da spalla imprimendo i loro personaggi nella mente del pubblico: Anna Mazzamauro scelta dal regista perchè "doveva essere più brutta della moglie", il comico gigi Reder nei panni dello stralunato Filini, entusiasta ed infaticabile organizzatore di eventi aziendali, Giuseppe Anatelli nei panni del "figo" dell'azienda, il cattivo Carboni, rivale in amore di Fantozzi, la doppiatrice Liù Bosisio nei panni di una scialbissima signora Pina (verrà poi sostituita, con successo, da Milena Vukotic) e sopratutto Plinio Fernando nel ruolo della scimmiesca figlia Mariangela, figura ancora più tragica del padre: personalmente mi sono messa a piangere quando alla consegna dei regali ai figli dei dipendenti dell'azienda, tutti la sfottono chiamandola "Cita"!Per me è una delle scene più crudeli mai viste al cinema; e all'uscita il padre (che condivide il giudizio sulla figlia) che le spiega che l'hanno chiamata così perchè c'era una famosa e bellissima diva di nome "Cita Hayworth"....

In questo film la mia scena preferita rimane quella inziale, quella del "prendo l'autobus al volo", ma anche la cena al ristorante pechinese con la Silvani non scherza...
Concludo dicendo che qualche tempo fa lessi su un giornale un articolo intitolato "La rivincita di Fantozzi", in cui si diceva che dopo 40 anni la prospettiva è notevolmente ribaltata: Fantozzi, con il suo lavoro fisso che gli ha permesso di prendere casa, farsi un famiglia, avere un'auto e mantenersi dingitosamente, rappresenta il sogno proibito di moltissimi precari di oggi...come dargli torto? Credo che il nostro ragioniere abbia ancora qualcosa da dire....









P.S: tra l'altro, mi sa che la vera responsabile dell'incidente in cui è rimasta distrutta la 600 penso proprio fosse la nuvoletta di Fantozzi, visto che è successo all'uscita del cinema con un temporalone di quelli da urlo....sdrammatizziamo un po', dai!

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