lunedì 15 settembre 2014

Figli delle stelle, 2010



Regia di Lucio Pellegrini, con Claudia Pandolfi (Marilù), Pierfrancesco Favino (Pepe ), Giorgio Tirabassi (Stella),Giuseppe Battiston (Bauer ),Fabio Volo (Toni).


Toni, operaio portuale colpito dalla morte di un collega per incidente sul lavoro, Marilù (giornalista che predilige temi sociali), Pepe (insegnante di ginnastica precario che per sbarcare il lunario lavora in una mensa),Ramon (carcerato da poco uscito ma con zero prospettive) e Bauer (disoccupato filosofico e a carico della ricca moglie) decidono di dare una svolta alle proprie vite e ai propri problemi sequestrando l'onorevole Gerardi, ma sbagliano persona e sequestrano invece il sottosegretario Stella, portandolo in un appartamento ad Aosta. Quando si accorgono dell'errore decidono comunque di tenere l'ostaggio....



Insolita commedia che tratta vari temi di attualità piuttosto scottanti e scomodi: il precariato, le morti bianche, la disoccupazione, in un modo realistico e asciutto, senza troppi sentimentalismi e oltretutto senza un vero happy end.
I quattro protagonisti sono dei sognatori sfortunati: per motivi diversi e in situazioni completamente diverse, non solo hanno perso il treno della vita ma, in questa nostra Italia alla deriva, scoprono che non possono nemmeno più anelare a quanto è sempre stato ritenuto un diritto: un posto di lavoro sicuro per mantenersi dignitosamente e costruire un avvenire, lavorare in sicurezza, potersi curare quando si è malati....ormai ci viene detto quasi quotidianamente che quelli che ritenevamo diritti acquisiti, conquistati con anni di lotte e sacrifici, sono privilegi intollerabili e che dobbiamo sacrificarci per il bene dell'Italia, della ripresa ecc....
Questo dopo che per anni ci è stato detto che chi ha voglia di lavorare verrà sicuramente premiato al merito e troverà sempre qualcosa, e chi ha studiato troverà il lavoro adatto alle proprie competenze....una mentalità schizofrenica tra le cause, a mio avviso della deriva del nostro Paese.
Allo sbando totale i nostri, dopo una marea di porte sbattute in faccia, cercando di "urlare" il loro bisogno con un gesto estremo, un sequestro di persona; ma essendo appunto più simili (per fortuna) all'armata Brancaleone che a un commando delle BR, sequestrano la persona sbagliata, un onesto sottosegretario che si sta prodigando per far passare una cura innovativa e oltretutto molto costosa per non ricordo quale malattia.
Per loro inizialmente non fa differenza, un sottosegretario è sempre qualcuno che si occupa di politica, quindi disonesto e colpevole; la reclusione forzata assieme a lui invece farà capire loro che le cose non stanno proprio così, anche se sostanzialmente, alla fine le posizioni rimarranno sempre quelle.Non ci sarà un miglioramento per i nostri Brancaleone, tutto rimarrà sostanzialmente come prima; forse l'unica cosa è che avranno più consapevolezza (ma con solo quella non magni)...
A parte il solito insopportabile FabioVolo (no, non l'ho digerito nemmeno in questo film!), ho apprezzato gli altri interpreti, misurati e seri senza essere seriosi, in particolare il cinico Battiston e l'incompreso (almeno all'inizio) Tirabassi.
Il titolo ovviamente si riferisce alla canzone di Alan Sorrenti, presente nella colonna sonora.





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