sabato 9 luglio 2022

Sono tornato, 2018


Regia di Luca Lucini, con Massimo Popolizio (Benito Mussolini), Frank Matano (Andrea Canaletti), Eleonora Belcamino (Francesca), Stefania Rocca (Katia Bellini), Gioele Dix (Daniele Leonardi).

Nel 2017 Benito Mussolini cade attraverso la Porta Magica nella Roma dei nostri giorni; dato che è convinto di essere ancora nel 1945, è inizialmente disorientato da una città e una società completamente diverse da quelle che lui conosceva. Casualmente conosce Andrea, un giovane aspirante regista che lavora sottopagato in un noto studio tv e che si rende subito conto che quel personaggio potrebbe dare alla sua carriera la svolta che dà tanto aspetta; dopo aver fatto amicizia con lui lo porta con sè nell'emittente in cui lavora....






Qualche giorno fa ho visto passare in tv la pubblicità di questo film e mi sono resa conto che la sua  recensione sta aspettando da ben due anni di vedere la luca sul mio blog, dato che l'ho visto durante il primo lockdown del 2020 ( e non sapete quante sono! XD); non mi pare il caso di farla attendere ulteriormente no?
Film che all'epoca dell'uscita ottenne un discreto successo, il perchè è facile intuirlo visto che nel nostro Paese il tema del fascismo è ancora molto presente a livello politico e sociale; figuriamoci se un film in cui si realizza quello ch molti paventano da ormai un' ottantina d'anni a questa parte: il ritorno di un nuovo Duce.
Figuriamoci (ulteriormente) cosa può succedere se questo "nuovo Duce" non è un politico odierno con manìe di grandezza, ma proprio l'originale Benito Mussolini, catapultato nella Roma del 2017 direttamente dal 1945...ed è questo che bisogna sempre tenere presente durante la visione: quello che viene presentato nel film è il vero Duce, anche se tutti pensano che sia solo un innocuo mitomane.
Per primo, Andrea, giovane operatore  di una tv, come tanti giovani di oggi precario sotto tutti gli aspetti: vicino alla trentina, con un lavoro precario, vive ospitato dalla sorella e ha una relazione da poco avviata con una collega. Vedendo questo strambo personaggio il giovane coglie al volo quella che potrebbe essere la svolta della sua vita per emergere dal pantano della precarietà: lo porta in redazione dove una furba e arrampicatrice direttrice di rete, intuendo il potenziale del personaggio, crea un intero programma a sua misura che si rivela un enorme successo. Tutto bene?

Non proprio, perchè il ritrovato Mussolini, girando per l'Italia, non è affatto contento di ciò che vede, e in particolare di ciò che proviene da quelli che ne vagheggiano il ritorno: mancanza di cultura, di valori, di "spina dorsale" (come la chiama lui), un declino forse inarrestabile 
Come dichiarato dal regista, il Mussolini del film non propone idee o ricette per far uscire l'Italia dalla crisi economica e valoriale in cui è impantanata da almeno un decennio; il film è semplicemente una critica al populismo che secondo molti (non sempre a torto) impregna gran parte della politica italiana, populismo che sarebbe la causa di tutti i mali del Paese cc ecc ecc. Solita solfa, ma tratta con intelligenza e tratteggiando una parte del Paese e dei suoi abitanti in modo purtroppo reale. Ottima interpretazione di Massimo Popolizio a cui fa da valida spalla Frank Matano (anche se come interprete in sè non pare essere troppo incisivo).




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