martedì 15 novembre 2016

Bernadette (The song of Bernadette),1943




Regia di Henry King, con Jennifer Jones (Bernadette Soubirous),Romahn Bohen (Francoise Soubirous),Anne Revere (Louise Soubirous), Charles Bickford (reverendo Peyramale),Lee J. Cobb (dott.Cousz), Gladys Cooper (suor Marie Therese).






Lourdes, 1858: Bernadette Soubirous è una ragazza povera e malata, figlia di un mugnaio caduto in disgrazie che vive con la famiglia in una ex prigione malsana. La mattina dell'11 febbraio la giovane, assieme alla sorella e a un'amica, viene mandata a raccogliere legna in un boschetto, ma non riuscendo ad attraversare il fiumiciattolo per paura di bagnarsi i piedi (e quindi aggravare la sua asma) rimane sola; improvvisamente, viene attirata dalla luce proveniente da una piccola grotta, in cui vede una bellissima signora vestita di bianco che le parla, chiedendole di tornare per quindici giorni a pregare con lei.....




E' la versione più celebre- e romanzata- della vita di una delle sante ancora oggi più amate, Bernadette Soubirous (1844-1879 ), la pastorella protagonista della serie di visioni a Lourdes nel 1858.
E' uno dei miei film preferiti del periodo "post comunione", quando sognavo di farmi suora e vedere la Madonna come Bernadette (vabbè ero piccola dai!)...periodo per fortuna passato alla sveltissima, tant'è che oggi metto piede in chiesa solo per i funerali. Non che abbia nulla contro la religione, ma non mi ci ritrovo.
Tornando al film, la prima cosa che si nota è la notevole sproporzione tra la protagonista Jennifer Jones, all'epoca 24enne in buona salute ancorchè magrolina, e la vera Bernadette, 14enne che a causa delle gravi privazioni familiari e della salute minata dimostrava ancora meno della sua età; l'interpretazione dell'attrice tuttavia appare appassionata e coinvolgente, tale da far dimenticare questo "difetto" ai puristi come me, e primeggia su quelle degli altri personaggi, che comunque non sono di minore intensità, tra cui spiccano i genitori della giovane, persone semplici trascinate in qualcosa di più grande di loro che riescono difficilmente a gestire, e il parroco del paese, dapprima severo perchè pensa che la ragazza si stia inventando tutto, la cui fede viene messa a dura prova dai dubbi che alla fine è costretto a riconoscere di fronte al grande miracolo.
Il film a mio avviso mette bene in evidenza il clima di fanatismo misto a fede sincera e incrollabile che la povera Bernadette dovette affrontare in paese, assieme a quello più duro della commissione e delle persone che la reputavano pazza o doppiogiochista o al limite, desiderosa di popolarità.
Grande successo all'epoca, il film fu il primo a vincere il Golden Globe come miglior film drammatico nel 1944. Ricevette sette nominations agli Oscar, di cui due vinte: miglior attrice protagonista (Jennifer Jones), e migliore colonna sonora.






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