venerdì 7 maggio 2021

Il sindaco del Rione Sanità, 2019

 


Regia di Mario Martone, con Francesco Di Leva (Antonio Barracano), Massimiliano Gallo (Arturo Santaniello), Daniela Ioia (Armida).


Don Antonio Barracano, detto "il sindaco", è capo indiscusso del Rione Sanità, dove amministra la giustizia secondo i propri criteri, ma cercando di fare le cose nel modo più giusto possibile e di ricorrere alla violenza solo in casi estremi. In una giornata deve dirimere ben tre casi: quello di due guappi che si sono sparati tra di loro per futilità, quello di un padre di famiglia taglieggiato da un usuraio e quello del giovane figlio di un fornaio che gli chiede protezione per vendicarsi del padre che l'ha diseredeto....



Versione in chiave contemporanea dell'omonima opera ( ) di Eduardo De Filippo, con alcuni cambiamenti inerenti non solo all'attualizzazione della storia ma anche all'età dei personaggi (nell'originale Don Antonio è sulla sessantina, così la moglie e altri suoi fedelissimi), ma che mantiene il senso della storia anche se trasposta in un contesto più spietato come quello della camorra. 

Il regista Martone mantiene l'impianto teatrale dell'opera originaria (aggiungendo vari ambienti in esterno) con grande fedeltà al testo scritto e agli attori più noti e navigati affianca i giovani attori del "Nest" di San Giovanni a Teduccio, collettivo che agisce sul territorio cercando di togliere i ragazzi dalla strada. 

La figura di Don Antonio Barracano (che non può certo starmi simpatico visto che tratta il cane meglio della moglie) è l'archetipo del "delinquente buono": un boss della camorra che si è "fatto da solo" venendo dai bassifondi, ma che una volta arrivato ai vertici utilizza la sua posizione di potere per esercitare una sorta di giustizia personale improntata a un suo codice morale, che non sorpassa la giustizia legale ma (nel suo ideale ovviamente) la affianca, andando paradossalmente a tappare molti "buchi" lasciati dal nostro sistema legislativo (che tutti ben conosciamo, più o meno). Il rischio di mitizzarlo - come purtroppo avvenuto per personaggi ben peggiori- esiste,ma a mio avviso viene evitato proprio dall'osservazione dell'ambiente circostante, dove si percepisce costantemente aria di pericolo, di paura, insomma una vita che è molto lontana dall'essere il meglio che si possa avere.


La scena è ovviamente dominata dal protagonista Francesco Di Leva, più giovane dell'originale e con una buona presenza fisica- oltre che attoriale- al servizio del personaggio. 

In conclusione una rilettura interessante e meritevole di nota.





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