mercoledì 2 gennaio 2019

Bohemian Rapsody, 2018

Regia di Bryan Singer, con Rami Malek (Freddy Mercury), Gwilym Lee (Brian May), Ben Hardy (Roger Taylor), Joseph Mazzello (John Deacon), Lucy Boiton (Mary Austin), Tom Hollander (Jim Beach).



Inghilterra, primi anni '70: Farouk Boulsara (che cambia nome diventando Freddy Mercury) è un giovane appassionato di musica che sogna di diventare una grande rockstar; dopo molte vicissitudini, ci riuscirà con quelli che passeranno alla storia come i Queen, gruppo che non ha bisogno di presentazioni. Ma la fama ha il suo prezzo e per Freddy a un certo punto questo vorrà dire fare i conti con la terribile malattia, appena scoperta dell'AIDS...


Visto a novembre 2018

Da tempo attendevo con ansia questo film, dato che sono una fan dei Queen (anche se non allo stesso livello dei Beatles). E finalmente, l'ho visto.
Che dire? Ho sentito molti pareri, positivi e negativi: per me è stato un film bellissimo, che mi ha fatto conoscere un po' meglio la figura di Freddy Mercury (anche se di nuovo non ho trovato nulla, ma non è un problema).
In particolare, non ho potuto non trovare straordinaria l'interpretazione di Rami Malek nel ruolo (difficilissimo, vista anche l'enorme popolarità del personaggio in questione ancora oggi) di uno dei cantanti più amati in assoluto: in alcune scene sembrava proprio di veder il vero Freddy (anche se a me pare che l'originale fosse più alto). La candidatura all'Oscar, a mio avviso, è assicurata. 
Si comincia ovviamente dalle origini, quando il giovane Freddy si chiama ancora Farouk e vive con i genitori (di origine parsi e molto radicati nella loro cultura), sbarcando il lunario come facchino in aereoporto e intanto scrivendo canzoni che non riesce a piazzare; con una bella faccia tosta e sopratutto con l'intima convinzione di essere destinato alla gloria, una sera riesce a farsi ingaggiare da tre ragazzi di un complesso sconosciuto rimasti senza cantante: sono Brian May, Roger Taylor e John Deacon. Nascono così i Queen, ma la strada è ancora tutta in salita: nonostante comincino a farsi un nome, faticano anche a imporsi visto che l'idea dell'album "A Night at the Opera", con relativa canzone "Bohemian Rapsody" viene rifiutata dal produttore che voleva ingaggiarli.

Per fortuna Freddy è dotato di notevole testardaggine e non demorde...il che li porta in breve tempo a fare le scelte giuste con le persone giuste, e quindi alla fama. Che però- come sempre in queste storie- alla lunga presenta un conto salato da pagare: la perdita della privacy, l'allontanamento dalla famiglia di origine, a un certo punto- causa anche la relazione con una persona sbagliata, che cercava di isolare Freddy da tutto e tutti- la crisi del gruppo. 
E ovviamente, la bisessualità (o omosessualità, a essere sincera non ho capito tantissimo questo punto) di Freddy, che la scopre quando è in procinto di sposarsi con la fidanzata Mary alla quale è legato da sincero amore, e per la quale ha scritto una delle sue canzoni più belle "Love of my life"; Mary sarà sempre il suo punto fermo anche se la loro storia finirà, e al di là dei gusti sessuali sarà davvero (in un modo poco comprensibile ai più, compresa la sottoscritta) il suo vero amore, la persona che lo ha conosciuto più a fondo di tutti, quella che gli rimarrà vicino anche quando entrambi avranno altri compagni, nonostante le difficoltà che un tipo di rapporto comporta. 
Il ritmo del film è buono, praticamente non ci si accorge del passare del tempo; e oltre all'ottimo Malek, devo citare anche le altrettanto ottime performance attoriali di Lucy Boiton, una Mary che ha tutte le carte per rimanere nel cuore degli spettatori, e dei tre attori che interpretano gli altri Queen: non solo molto somiglianti, ma a mio avviso in grado- sia nelle scene singole che in gruppo- di richiamare perfettamente i reali personaggi, rendendo molto bene le dinamiche di affetto e rivalità al suo interno.
Superfluo citare la colonna sonora a firma Queen, con ovvio rischio che gli spettatori in sala si mettano a cantare (ma sempre meglio che accendere il telefono!!).
Mi rendo conto che come recensione non è granchè e non dice molto, ma credetemi, questo è uno di quei film che vale davvero la pena di essere visto, magari anche se non siete fan dei Queen.




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