lunedì 21 novembre 2022

Il principe di Roma, 2022


 Regia di Edoardo Falcone   , con Marco Giallini (Bartolomeo Proietti), Andrea Sartoretti (Eugenio), Sergio Rubini (Principe Accoramboni), Giuseppe Battiston (Alessandro VI), Denise Tantucci (Beatrice Cenci),Antonio Bannò (Gioacchino), Filippo Timi (Giordano Bruno), Giulia Bevilacqua (Teta), Liliana Bottone (Domizia).


Roma, 1829: Bartolomeo Proietti detto Meo è uno degli uomini più ricchi della città, in procinto di diventare principe attraverso il matrimonio combinato con la nobile Domizia, figlia di un principe decaduto e in bancarotta (che tramite il matrimonio  e i soldi del futuro genero vedrà annullati i propri debiti). Peccato che pochi giorni prima delle noze il sottoposto che doveva portare i soldi  in questione vien condannato a morte senza riuscire a rivelare dove li ha messi; nel tentativo di scoprirlo Meo si rivolge a una vecchia veggente che, invece dello spirito richiesto, risveglia quelli di Beatrice Cenci, Giordano Bruno e Alessandro VI.

Accompagnato da essi. Meo inizia un viaggio tra passato e presente analizzando la propria vita...


Simpatica versione romanesca di "Canto di Natale" di Dickens ambientata nella Roma papalina, ambientazione sempre affascinante per me, con qualche rimando a capolavori classici come "Nell'anno del Signore" e "L'ultimo Papa Re". 

Lo Scrooge romano si chiama Bartolomeo Proietti- detto Meo- un orfano cresciuto in un istituto di carità e fattosi "da solo", come si suol dire, riuscendo a diventare uno degli uomini più ricchi della città. al punto che perfino il Principe Accoramboni, a cui è rimasto solo il titolo nobiliare, è disposto a dargli in moglie la giovane figlia in cambio del rippianamento dei debiti. A Meo infatti non basta non essere più povero e avere accesso agli agi e lussi che fin dalla nascita gli erano stati negati: vuole arrivare al massimo grado della scala sociale, diventare quindi un nobile, anche se si intuisce da subito che mai verrà realmente accettato e considerato come tale dagli altri nobili, che lo disprezzano per le sue origini popolane. L'uomo è talmente concentrato sul proprio obiettivo che non riesce a vedere chi, attorno a lui, gli vuole bene veramente (la serva Teta) e a trattare male Eugenio, un vecchio amico che essendo in stato di bisogno gli ha chiesto aiuto.


Saranno i fantasmi di tre grandi del passato (Beatrice Cenci, Papa Borgia e Giordano Bruno) a guidare Meo in un viaggio a cavallo tra passato, presente e futuro facendogli aprire gli occhi su sè stesso e la propria situazione, e a indirizzarlo sulla giusta via in cui deve indirizzare la propria vita. 

Insomma la storia è nota, forse non è particolarmente originale a parte la trovata originale dei tre fantasmi famosi, ma il film è davvero piacevole, accanto a un Giallini sempre in forma spiccano alcuni giovani attori che si fanno notare ( Denise Tantucci nel ruolo d Beatrice Cenci, Antonio Bannò in quello del cocchiere Gioacchino e Giulia Bevilacqua in quello di Teta, che a me ha ricordato molto il personaggio di Rosetta in "Rugantino") e alcuni famosi perfettamente n parte con i loro ruoli: Andrea Sartoretti nel toccante ruolo di Eugenio (per fortuna anche lui destinato a redimersi), Filippo Timi come Giordano Bruno  e Giuseppe Battiston quasi irriconoscibile nel ruolo di Alessandro VI (una volta tanto simpatico). 

Si ride ma ci si commuove anche, e si riflette con intelligenza.

Data la tematica si poteva farlo uscire almeno un mese dopo, ma ormai a quanto pare è la norma anticipare il Natale di un mese....






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