domenica 19 agosto 2018

La marcia su Roma, 1962



1922: Domenico e Umberto sono due reduci di guerra che, a distanza di qualche anno dalla fine delle ostilità, come molti purtroppo faticano a ritrovare il proprio posto nella società, non riuscendo  nemmeno a trovare un lavoro; per questo vengono "sedotti" dalla campagna elettorale del partito fascista, al quale finiscono per aderire,nella speranza di trovare finalmente una prospettiva di vita e una sistemazione.....



Uno dei grandi classici della commedia italiana, film che tratta dall'inizio dell'epoca storica più tragica per la storia italiana del '900: la marcia su Roma, inizio della dittatura fascista.
Il film su regge quasi unicamente sulla dicotomia del duo di protagonisti, Gassman e Tognazzi: due tipici cialtroni reietti dalla società, che nonostante si capisca essere due figure negative non si può negare facciano nascere anche più di un moto di simpatia proprio per la loro condizione.
Entrambi i protagonisti, Umberto e Domenico, sono due reduci della prima guerra mondiale; come purtroppo accaduto a tantissimi, in Italia i reduci al rientro trovarono un paese distrutto e una situaizone che difficilmente prevedeva il loro riassorbimento all'interno della società, finivano spesso emarginati o isolati, senza nemmeno i mezzi per sopravvivere. Ed è proprio questa la situazione in cui si trova Domenico, soldato non proprio integerrimo che sopravvive con piccole truffe e accattonaggio per le strade della città; un giorno ferma per sbaglio un suo superiore che purtroppo per lui, si ricorda bene di lui e in negativo (soldato fannullone e vigliacco), e che quasi come riparazione per il suo disdicevole comportamento al fronte quasi lo costringe a iscriversi al neonato Partito Fascista, che sta facendo propaganda elettorale per le elezioni. Il nostro fascista per caso passato il primo momento aderisce con entusiasmo agli ideali del nuovo partito, ovviamente perchè spera in un tornaconto personale. Per caso reincontra Umberto, contadino suo ex commilitone, che si trova nella sua stessa situazione: è un contadino che dopo la guerra è ritornato a casa, ma data la durezza dei tempi vive a casa con la famiglia della sorella, odiato dal cognato socialista che quando viene a sapere delle simpatia fasciste di Umberto trasmessegli dall'amico coglie l'occasione per cacciarlo di casa togliendoselo di torno.
Da qui comincia per i due un'avventura che li porta a unirsi a coloro che hanno organizzato la "marcia su Roma" e che appunto svelerà le loro personalità piuttosto contrastanti: se Domenico crede fermamente all'idea di fascismo che gli è stata inculcata ma solo ed esclusivamente per averne un tornaconto personale, dimostrando quasi sempre opportunismo e vigliaccheria, Umberto si dimostra più ingenuo e sopratutto, si capisce che per lui aderire al fascismo significa non essere più solo e reietto, come è stato per tutta la sua vita; Umberto è anche quello che rimane perplesso davanti alle evidenti incongurenze della propaganda: se dicono che verrà garantita la libertà di stampa, perchè bruciano le tipografie? E' anche quello che verso la fine avrà un soprassalto di dignità, anteponendo la sua umanità all'ideologia, e che in questo modo risveglierà anche la coscienza del compagno. Seppure non cambieranno troppo idea....
Superfluo parlare della bravura dei due protagonista, del regista e dell'ottima sceneggiatura, che fanno di questo film uno dei tanti esempi di commedia all'italiana del periodo. Film di cui oggi francamente si sente molto la mancanza...


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