sabato 9 giugno 2018

Ricordi (piccolo sfogo non cinematografico)

Ieri, 8 giugno, ultimo giorno di scuola per gli alunni di elementari, medie e superiori. 
Per l'asilo ci vorrà ancora un po' (29 giugno). 
Per tutto il giorno mi sono trovata in mezzo a bambini e ragazzi che con urla di gioia hanno salutato la fine delle fatiche scolastiche e l'inizio delle vacanze. 
Ho pensato che anche io, una volta, sono stata come loro. 
Certo, non è che, dopo quelle dell'infanzia, le mie estati fossero tanto più entusiasmanti di quelle di oggi: all'epoca non andavamo quasi mai in vacanza perchè quasi mai c'erano i soldi per farlo, bisognava aspettare sempre almeno quattro anni da una volta con l'altra; e le mie estati erano piuttosto solitarie, non avendo amici da frequentare e non avendo possibilità di uscire quasi mai sempre per la questione soldi. 
La voglia di fare, di andare, di stare con gli altri c'era, ma era puntualmente frenata dalla timidezza, dall'insicurezza e dalle difficoltà oggettive di cui sopra. 
Spesso passavo i pomeriggi e le serate a leggere e  guardare vecchi film in tv, alimentando la mia passione per il cinema e la lettura: i miei amici all'epoca si chiamavano Sofia Loren, Marcello Mastroianni, Totò, Tina Pica, Peppino De filippo, Marisa Allasio, Gianni Morandi. Alberto Sordi, Cosimo e Viola, Rossella O'Hara e Melania, le sorelle Dashwood o le sorelle Bennett...per non parlare dei cantanti e delle canzoni, che solitamente si traducevano in una parola: "Festivalbar".
Ricordo che uno dei pomeriggi più emozionanti per me fu quando scoprii il vecchio registratore Geloso di mia mamma, e passai il pomeriggio ad ascoltare i nastri, scoprendo che in fondo un tempo quella donna così lontana da me che spesso mi faceva stare male e soffrire anche lei aveva fatto le stesse cose che facevo io, cioè attaccarsi alla radio e registrare canzoni....e questo era strano e affascinante insieme.
Certo avrei preferito anche io avere degli amici con cui andare a mangiare gelati, o andare al lago o in piscina, o bighellonare fino all'ora di cena...ma non li avevo, e non trovavo il modo di farmeli. 
Mi sarebbe anche piaciuto andare a lavorare, ma i miei genitori si sono sempre rifiutati di informarsi su come potessi fare. 
Ho un ricordo molto forte della mia adolescenza: un'estate di fronte a casa mia avevano aperto una gelateria, davanti ad essa c'erano delle panchine su cui la sera si ritrovava un gruppetto di ragazzi della mia età, stavano lì ore a parlare. Io mi mettevo al balcone con il walkman nelle orecchie e stavo lì ore a osservarli, desiderando di essere come loro. Una persona come tutte le altre.
Però, oltre ai libri e al cinema, c'erano anche altre cose: c'era andare al mercato due volte la settimana. girare tra i banchi, la gioia quando si riusciva a comprare un braccialetto o una collanina nuovi; c'erano i tatuaggi estivi rimovibili; c'era osservare i giochi di bambini si mia sorella e dei suoi amichetti, c'erano i compiti delle vacanze, c'erano le compilation musicali da costruire....
Sopratutto, c'era una cosa che ora non c'è più: la speranza che presto, in un giorno non lontano, la vita sarebbe migliorata, ,e cose sarebbero cambiate, i kg di troppo spariti e magicamente sarei cambiata come persona. Magicamente mi sarei avvicinata ai ragazzi della gelateria e sarei diventata una di loro. 
E allora avrei guardato la me stessa di quel tempo come Pinocchio bambino guarda Pinocchio burattino inerte alla fine della storia.
E invece oggi che ho 38 anni e posso tranquillamente dire che gli anni migliori sono ormai passati, scopro che gli anni migliori nonostante tutto erano quelli, perchè quello che è venuto dopo è stato un grigio futuro leopardiano.: "Quando sovviemmi di cotanta speme,un affetto mi preme acerbo e sconsolato/ e tornami a doler di mia sventura. O natura, o natura, perché non rendi poi quel che prometti allor? perché di tanto inganni i figli tuoi?" oppure anche pascoliano: "felice te che al vento non vedesti cader che gli aquiloni!".
E chissà che fine hanno fatto i ragazzi della gelateria....

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