mercoledì 20 dicembre 2017

Assassinio sull'Orient Express (Murder on the Orient Express), 2017



 Regia di Kenneth Branagh, con Kenneth Branagh (Hercule Poirot), Johnny Depp (Samuel Ratchett), Michelle Pfeiffer (Caroline Hubbard), Judy Dench (Natalia Dragomiroff), William Defoe (Gerard Hardman), Penelope Cruz (Pilar Estravados), Josh Gad (Hector McQueen), Leslie Odom jr ( Mr Aburthnot),Daisy Radley (Mary Debenham),Lucy Boynton (Helena Andrenyi),Serhij Poulin (Rudoplh andrenyi). Derek Jacobi (Henry Masterman).




L'investigatore Hercule Poirot è tra i passeggeri dell'Orient Express che va da Instanbul a Calais quando uno dei passeggeri, l'americano Mr Ratchett, che il giorno prima aveva tentato di assumere Poirot raccontandogli di avere subito minacce alla propria vita, viene effettivamente trovato assassinato nel proprio scompartimento. Dato che dalla nottata precedente il treno è fermo per una forte nevicata, l'assassino non può che essere uno dei passeggeri dello scompartimento. Ma chi? E per quale motivo?

Indagando con il solito fiuto, Poirot scoprirà che l'americano  è in realtà Cassetti, capo della banda che due anni prima sequestrò e uccise la piccola Daisy Armstrong, la cui morte provocò indirettamente anche quelle dei genitori e di una cameriera suicidatasi perchè sospettata di aver aiutato i sequestratori.
Certo il fatto suscitò grandissimo sgomento e indignazione tra l'opinione pubblica, ma chi poteva davvero avere interesse nell'uccidere il colpevole?


Tratto dall'omonimo romanzo (1934 ) di Agatha Christie, è una buona versione della storia, con qualche difetto ma comunque godibile anche se causa ritmo serrato e fitto intreccio, anche psicologico, richiede un'attenzione pressochè costante.

Rispetto al romanzo c'è qualche lieve variazione, nulla di fastidioso, la trama è invece fedele al romanzo e oltretutto il film ha il pregio- non di poco conto visti i tempi che corrono- di essere diretto da un Signor Regista come Branagh, che sarà anche un po' megalomane e autocelebrativo ma dietro la macchina da presa sa il fatto suo.
Dico "megalomane e autocelebrativo" perchè impossibile non notare che Branagh, oltre a essersi assegnato il ruolo del protagonista, compare praticamente in quasi ogni scena del film, spesso ripreso in primo piano a schermo intero(forse per meglio deliziare il pubblico con la vista di quei bei baffoni posticci?), alternando spiegoni filosofici non proprio attinenti con la vicenda a inutili scene dove sospira nel ricordo di una donna amata di cui poi però non si viene a sapere null'altro (quindi a che servono quelle parti?). Senza di essi si poteva sfoltire un poco in film, e non sarebbe stata una cattiva idea. Ma visto che possiede le qualità registiche sopra dette, possiamo pure perdonarlo.
Tra gli altri interpreti la migliore mi è sembrata Michelle Pfeiffer nel ruolo più sofferto e drammatico (ho davvero sofferto con lei nel suo discorso nella parte finale!), anche gli altri fanno bene il loro lavoro, in particolare ho rivisto con piacere Johnny Depp che mi è sembrato più in forma rispetto a com'era ridotto da qualche tempo. 
Altro dettaglio veramente meritevole del film, la scenografia e fotografia, che mettono in risalto gli spettacolari paesaggi innevati degli Urali (almeno nel romanzo si trovavano più o meno lì). Una sola cosa: in più di scena Branagh e l'amico scende dal treno nel bosco, con temperature certamente molto sotto lo zero, con la sola giacca....quando io in sala stavo guardo il film con il giubbino addosso ?! Ma che è, sono io che sto invecchiando?!





1 commento:

  1. Film davvero molto bello!

    ...però anche io sarei morta di freddo.... @_@

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