sabato 13 maggio 2017

Il sogno di Fausto e Iaio, 2016



Regia di Daniele Biacchessi.



Il 18 marzo 1978 a Milano furono ucciso due amici 18enni, Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, che frequentavano il centro sociale Leoncavallo. Anche se a 38 anni di distanza è uno dei tanti omicidi mai risolti degli anni di piombo, e anche se sicuramente gli assassini provenivano da ambiente neofascista, il caso è però ancora avvolto nel mistero. Alcuni giovani sconosciuti, ad esempio, vennero visti aggirarsi nella zona da alcuni testimoni, solo per quella sera però. Chi erano? Uno dei tre oltretutto, corrisponde come descrizioni a Massimo Carminati, uno dei boss della Banda Della Magliana: che interesse poteva avere un simile personaggio a uccidere due innocui ragazzi? Gli interrogativi ancora oggi sono tanti....




Tratto dal libro "Fausto e Iaio: la speranza muore a 18 anni", è dedicato appunto ai due ragazzi uccisi durante i cosiddetti "anni di piombo", vittime riconosciute del terrorismo in una città, Milano, che assieme a Roma e Torino ha pagato il prezzo più alto in quegli anni.
La loro storia + comunque considerata abbastanza anomala rispetto a quella di altre vittime: nonostante fossero innegabilmente di sinistra, è probabile che quella fosse solo una scusa che nascondeva altro. Ma cosa?
Fausto e Iaio si interessavano al problema della diffusione della droga nel loro quartiere in maniera attiva, stavano anche realizzando un dossier con tanto di interviste registrate e documentate; ed è anche lì che si sono concentrate le ricerche- che ripeto, a tutt'oggi sopo 40 anni non hanno dato esiti definitivi- sulla loro morte.
Purtroppo devo dire che questo documentario non mi ha soddisfatto molto: già dalla presentazione in sala ho notato nel regista una tendenza a divagare abbastanza fastidiosa, che nel filmato sfocia nel solito e noioso complottismo a mio avviso spesso inutile: d'accordo che la mala romana e il traffico di droga c'entri qualcosa, ma che senso ha mettere la pulce sui soliti servizi deviati, CIA, massoneria e quant'altro? Sembra che ogni cosa che succede in Italia sia da ricondurre lì! Si perde così il punto di vista principale, la storia di due ragazzi come tanti in quegli anni, e la loro figura risulta sbiadita: conosciamo poco di loro, della loro vita, sopratutto non ci viene spiegato quale sia quel sogno cui fa riferimento il titolo:  forse il sogno di una società più giusta? il sogno di ripulire il loro quartiere dalla droga? Sono tutte ipotesi che lo spettatore può fare, ma che tali restano visto che il regista non chiarisce nulla a riguardo.
E così Fausto, Iaio e la loro storia vengono messi un po' in disparte.
Molto bella la scelta di presentare i personaggi con una particolare animazione colorata e originale, e molto bella la colonna sonora che ricalca i gusti  musicali dei due ragazzi. Un lavoro comunque utile, ma si poteva fare di meglio.






2 commenti:

  1. Ciao, ti ringrazio per la recensione.
    Il film , a differenza del libro, non è un documentario di inchiesta, non formula ipotesi, non solleva dubbi.
    E' un film sulle cinque giornate di milano, dal 18 al 22 marzo in cui centinaia di migliaia di persone si sono mostrate, hanno sfilato per la città, i lavoratori hanno scioperato per la morte di due ragazzi.
    Qui non c'è massoneria, fascisti, servizi deviati (che deviati non sono) e che il film non cita.
    Qui c'è il sogno di una generazione che si infrange sull'orrore. che in questa recensione non hai raccontato.
    Qui ci sono i volti di un popolo ritratti dai principali fotografi che non hai visto.
    Qui non ci sono quelle che tu definisci le divagazioni del regista.
    Qui ci sono l'emozione e la rabbia, la passione civile e la tristezza che tu non hai visto.
    Comunque ti ringrazio. Daniele

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    1. Ho semplicemente messo le mie impressioni, che ovviamente possono anche essere sbagliate e incomplete. ti ringrazio quindi della spiegazione e del commento.

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