Rieccomi qui sul blog, dopo tanto tempo. Non avevo mai lasciato trascorrere tanto tempo senza scrivere nulla, ma una spiegazione c'è, ed è questa: ho ripreso una delle mie passioni, la scrittura di racconti e fanfiction.
Per me è una particolare soddisfazione, non solo perchè da anni ormai ero ferma, avevo solo idee che riuscivo a buttare giù in riassunti, ma mai a concretizzare in racconti veri e propri, ma perchè scrivere queste cose mi dà davvero una gioia che da tempo non provavo.
Pensate che alcune sere le passo a scrivere senza fermarmi un minuto!
Mi sono iscritta a due siti e lì pubblico le mie storie.
Purtroppo non ho grande riscontro, visto che per ora ho postato tre storie delle quali solo una ha ricevuto dei commenti; ma già solo vedere pubblicati dei lavori "miei" è per me fonte di grande soddisfazione.
Comunque sia presto riprenderò anche con le recensioni di libri e film.
Intanto passiamo al solito bilancio di fine anno.
Filmescamente parlando, ni: non ci sono stati grandi picchi o grandi entusiasmi, ma nemmeno troppe schifezze. La maggior parte dei film mi è un po' scivolata addosso con indifferenza, ma qualcosa che mi è piaciuto l'ho trovato.
Come vita personale, devo dividere il tutto in due parti: la parte lavorativa è andata benissimo, ho avuto belle esperienze con belle persone e ho lavorato fino alle vacanze di Natale in maniera continuativa; vita privata....ormai ho finito i veli pietosi, e sto cercando di rassegnarmi. Che vi devo dire gente...non tutti sono Anna e Riccardo (che a un certo punto della loro vita però hanno avuto un'escalation di disgrazie fino alla morte, quindi anche no).
Ma passiamo ai migliori film visti cl cinema in questo 2018:
- Come un gatto in tangenziale;
- Tonya;
- La stanza delle meraviglie;
- Mamma mia! Ci risiamo;
- Bohemian Rapsody.
Il 31 verrò traghettata nell'anno nuovo da "moschettieri del re", che attendo con trepidazione da tempo...e chissà che gli amici della mia infanzia non mi portino un po' di fortuna per il 2019.
E quindi, auguro buon anno a tutti...vi prometto che presto riprenderò a scrivere e a farmi sentire sui vari blog amici!
venerdì 28 dicembre 2018
sabato 8 dicembre 2018
L'amica geniale (My brilliant friend), 2018- Puntata 1 e 2
Elena (detta Lenù) e Raffaella (detta Lila) sono due amiche che vivono nello stesso rione popolare di Napoli; sarebbe meglio dire "amiche-rivali", visto che la lora evidente complicità nasconde anche una buona dose di rivalità che però risulta stimolante, sopratutto per Elena. Entrambe condividono sopratutto l'amore per lo studio e la lettura; e anche se nel corso degli anni sarà Elena ad avere la possibilità di proseguire gli studi fino al liceo classico, anche Lila- nonostante debba cominciare presto a lavorare nel negozio del padre scarparo- non rimarrà indietro e soddisferà la sua sete di sapere leggendo e studiando da autodidatta....
Finalmente è andata in onda l'attesissima serie tv tratta dal primo romanzo della serie "L'amica geniale" di Elena Ferrante, best seller internazionale da anni (e difatti anche questa è una coproduzione internazionale). Ovviamente il picco d'ascolti e l'entusiasmo della critica erano quasi scontati, e a mio avviso meritati. Anche se non tutti gli spettatori si sono poi trovati entusiasti in modo unanime: ad esempio so che molti non hanno apprezzato il fatto che la serie sia girata al 95% in napoletano, quindi con relativi sottotitoli; un po' li capisco, anche a me scoccia passare quasi tutto il tempo a leggerli, ma d'altra parte non si poteva fare altrimenti. Se la serie fosse stata girata in italiano non solo sarebbe stata poco realistica (siamo in un rione napoletano nei primi anni '50), ma avrebbe perso una delle sue principali particolarità, questo nonostante il libro stesso sia scritto in italiano.
Per il resto, ho trovato queste prime due puntate veramente ben fatte, e in particolare ho trovato meritevoli di nota le due piccole attrici, Elisa Del Genio nel ruolo di Lenù e Ludovica Nasti in quello di Lila; nonostante la giovanissima età entrambe hanno saputo caratterizzare al meglio i loro personaggi, la loro diversità ma anche le somiglianze, e la profonda amicizia che le legherà per tutta la vita.
Il rione dove le bambine vivono, un vero e proprio microcosmo dove succede di tutto e dove convivono personaggi variegati, è stato ricostruito in studio: ho appreso la cosa leggendo i giornali, a essere sincera vedendolo così in tv non l'avrei mai detto (per fortuna, vuol dire che è stato fatto un buon lavoro).
Trovo che siano state rese molto bene anche le dinamiche che intercorrono tra i vari personaggi, destinate a intrecciarsi ed approfondirsi nel corso della storia, ed è stata resa molto bene anche l'atmosfera di sostanziale degrado che vige nel rione, dove comandano i soliti malavitosi ai quali è quasi impossibile opporsi, e che comandano appunto con ls silenziosa connivenza anche di coloro che sono onesti (come i genitori di Lila e Lenù).
Purtroppo, tutto ciò va di pari passo con la scelta di un ritmo narrativo in alcune parti piuttosto lento e introspettivo, che non sempre può essere gradito al pubblico e talvolta indurre il suddetto all'effetto-abbiocco (lo ammetto, è successo anche a me).
Tutto sommato il voto è positivo, e gli ascolti del pubblico per ora hanno premiato Lila e Lenù.
Vedremo per le restanti puntate....
domenica 2 dicembre 2018
Ennio Fantastichini
E' morto a Napoli all'età di 63 anni, a causa delle leucemia, l'attore Ennio Fantastichini.
Nato a Gallese nel 1955, esordì al cinema nel 1982 con il film "Fuori dal giorno". Negli anni, ha lavorato in tantissimi film e fiction, quasi sempre in ruoli di supporto ma comunque incisivi. Tra i film si ricordano: "I soliti ignoti- Vent'anni dopo" (1985), "FErie D'agosto" (1994), "Porte aperte" (1989), con il quale nel 1990 vince il David di Donatello come migliore attore non protagonista, " I ragazzi di Via Panisperna" (1987), "Una storia semplice" (1991), "Controvento" (2000), "Rosa Funzeca" (2002), "Saturno contro" (2007), "Fortapasc" (2008), "Notturno bus"( 2007), "Viola di mare" (2009), "Mine vaganti" (2009), "Scusate se esisto" (2014).
Tra le fiction tv, si ricordano: "La freccia nera" (2007), "Sacco e Vanzetti" (2005), "Paolo Borsellino" (2004), Maria Josè, l'ultima regina" (2002), "Fabrizio De Andrè- Principe Libero" (2018).
Nato a Gallese nel 1955, esordì al cinema nel 1982 con il film "Fuori dal giorno". Negli anni, ha lavorato in tantissimi film e fiction, quasi sempre in ruoli di supporto ma comunque incisivi. Tra i film si ricordano: "I soliti ignoti- Vent'anni dopo" (1985), "FErie D'agosto" (1994), "Porte aperte" (1989), con il quale nel 1990 vince il David di Donatello come migliore attore non protagonista, " I ragazzi di Via Panisperna" (1987), "Una storia semplice" (1991), "Controvento" (2000), "Rosa Funzeca" (2002), "Saturno contro" (2007), "Fortapasc" (2008), "Notturno bus"( 2007), "Viola di mare" (2009), "Mine vaganti" (2009), "Scusate se esisto" (2014).
Tra le fiction tv, si ricordano: "La freccia nera" (2007), "Sacco e Vanzetti" (2005), "Paolo Borsellino" (2004), Maria Josè, l'ultima regina" (2002), "Fabrizio De Andrè- Principe Libero" (2018).
sabato 17 novembre 2018
I Medici: Lorenzo il Magnifico (Medici: The Magnificent), 2018
Regia di Jon Cassar e Jan Maria Michelini, con Daniel Sharman (Lorenzo de Medici), Bradley James (Giuliano de Medici), Sarah Parish (Lucrezia Tornabuoni), Alessandra Mastronardi (Lucrezia Donati), Sean Bean (Jacopo de Pazzi), Matteo Martari (Francesco de Pazzi), Charlie Vickers (Guglielmo de Pazzi), Aurora Ruffino (Bianca de Medici), Raoul Bova (Papa Sisto V), Sebastian de Souza (Sandro Botticelli), Callum Blake (Carlo de Medici), Synnovea Karlsen (Clarice Orsini), Filippo Nigro (Luca Soderini), Jack Bannon (Angelo Poliziano), Francesca Del Fa (Novella Foscari), Matilda Lutz (Simonetta Vespucci), Tam Mutu (Galeazzo Sforza), Miriam Dalmazio (Bona di Savoia).
Firenze, 1475 circa: dopo la morte del padre Piero, Lorenzo e Giuliano de Medici si trovano da soli a fronteggiare la crisi del banc familiare e il governo della città. A ciò si aggiunge una vecchia rivalità con l'altra importante famiglia fiorentina, i Pazzi, composta dallo zio Jacopo e dai nipoti Francesco (un tempo amico di Lorenzo) e Guglielmo (segretamente innamorato di Bianca de Medici). Mentre Lorenzo segue la sua vocazione artistica promuovendo le arti in tutte le sue forme, gli scontri sono all'ordine del giorno....
Comincio dicendo subito che non ho visto la prima stagione de "I Medici", essendomi fermata alla seconda puntata per antipatia nei confronti del protagonista principale (Cosimo de Medici) e del suo inespressivo interprete, nonchè di una storia a mio avviso molto noiosa. Ho comunque deciso di dare un'opportunità a questa seconda stagione anche perchè, oggettivamente, più interessante come periodo. La serie mi è piaciuta pur con tutti i suoi innumerevoli difetti: del resto chi critica dovrebbe tenere conto che una serie tv a sfondo storico NON E' un documentario, e quindi è normale romanzare parte della trama , anche se a volte si esagera.
Come da trama, sono passati una ventina d'anni circa dalla serie precedente, di cui abbiamo un lieve legame in ogni puntata dato che, all'inizio di ogni puntata, ci vengono mostrati dei ricordi di Lorenzo bambino assieme alla nonna Contessina e al fedele Marco Bello; Lorenzo e Giuliano sono ora adulti, Piero è invecchiato ed è ammalato, e i due figli si trovano a dover affrontare la grave crisi del banco familiare, a cui si aggiungono rivalità di vario tipo con altre famiglie. Su tutte, i principali nemici dei Medici sono i Pazzi, capeggiati dal terribile Jacopo, che ha allevato i nipoti Francesco e Guglielmo (da bambini amici dei ragazzi Medici), nell'odio per i nemici. Qui le cose sono messe in modo abbastanza macchiettistico: da una parte abbiamo i Medici, che sono buonissimi e bellissimi, dall'altra i Pazzi che sono delle vere e proprie mexxxxcce umane, sempre vestiti di nero e talvolta pure brutti. Fanno eccezione Francesco e Gugliemo, il primo perchè in effetti è il personaggio più interessante, dotato di svariate sfaccettature e il secondo perchè protagonista di una storia stile "Romeo e Giulietta" con Bianca, la sorella di Giuliano e Lorenzo: i due ragazzi, che già da bambini erano stati promessi sposi (ma Jacopo aveva poi cancellato il tutto), si ritrovano da grandi e si innamorano nonostante la rivalità delle rispettive famiglie: arrivano a pianificare la fuga per costringere ad accettare le nozze, pensando anche di portare la pace tra le famiglie, ma così sarà solo per poco tempo.
A dire la verità, mi pare si sia scelto di sviluppare alcune storie e personaggi a scapito di altri più interessanti: ad esempio, sia Giuliano e Simonetta che Bianca e Guglielmo non hanno davvero ragione di avere tutto quello spazio, in particolare i primi visto che la loro storia è basata, di fatto, sul nulla (perchè si sono innamorati? perchè sono belli?), e il personaggio di Lucrezia Donati non solo è inutile, ma pure insopportabile e interpretato malissimo da una Alessandra Mastronardi completamente fuori parte.
Al contrario è stata molto sacrificata la coppia Francesco/Novella, a mio avviso potenzialmente molto più interessante; un po' meglio è andata alla coppia Lorenzo/clarice, dove comunque la palma d'oro va a lei, un personaggio davvero ben riuscito: una giovane donna che nemmeno voleva sposarsi, e che comunque riesce con fatica a diventare complice del marito guadagnandosi non solo il suo rispetto (come aveva chiesto), ma alla fine anche l'amore.
Costumi molto belli, anche qui con qualche inesattezza di troppo (ma davvero una dama dell'epoca poteva andarsene in giro con scollature di quel tipo?!), paesaggi ovviamente spettacolari e il giusto pathos nell'ultima puntata, dove si svolge l'evento saliente della storia: la famosa "congiura dei Pazzi", ovvero l'attentato, il giorno di Pasqua , ai Medici, dove rimase ucciso Giuliano e Lorenzo si salvò per un pelo. Bella ricostruzione del fatto e della successiva vendetta, come non ci si poteva aspettare altrimenti. Interessante comunque notare il fatto che si sia scelto di far risalire la rivalità tra le due famiglie ad antichi dissapori alcuni dei quali precisati, altri meno, nonostante i bambini fossero cresciuti insieme e fossero stati molto amici. In fondo è un modo per esplorare in modo credibile il rapporto amore-odio tra Francesco e Lorenzo, tra i quali ho preferito il primo, dolorosamente diviso tra la lealtà alla famiglia e allo zio che l'ha cresciuto come un padre, l'affetto per l'antico compagno d'infanzia, e il senso di ingiustizia per lo strapotere della famiglia rivale.
Giuliano, pace all'anima suo, è solo bello e basta, in questa storia serve solo per la sua fine.
Venendo da "The white queen" (ambientata più o meno nello stesso periodo) questa è stata una passeggiata, perlomeno non ha riservato infelici sorprese.
lunedì 12 novembre 2018
Il padrino- parte III, 1990
Regia di Francis Ford Coppola, con Al Pacino (Michael Corleone), Andy Garcia (Andrew Mancini), Diane Keaton (Kay Corleone), Sofia Coppola (Mary Corleone)
1979: ormai sessantenne, Michael Corleone vive solo e amareggiato la sua vecchiaia. Quando la sorella Connie gli rivela di aver conosciuto Vincent Mancini, figlio illegittimo del loro fratello Sonny e quindi loro nipote, Michael decide di "adottarlo" e farne il suo erede, coinvolgendolo negli affari di famiglia....
A dire la verità non credo si sentisse il bisogno di una terza parte, dopo la seconda che è praticamente un capolavoro, ma tant'è, evidentemente la moda del "raschiamo il barile" non è certo cosa odierna. Ed ecco quindi il tramonto di Michael Corleone e del suo impero malavitoso: in quanto tale quindi, un film triste, poco epico se paragonato ai precedenti, ma se vogliamo anche coerente con questo tipo di storia, che in quanto tratta di mafia non può certo avere un lieto fine.
Sono passati vent'anni dalla precedente parte, e Michael ormai è vecchio e stanco, oppresso dal peso delle disgrazie capitate e causate, inasprito dai conflitti familiari che non ha saputo evitare (il culmine, a mio avviso, si è raggiunto nel secondo episodio con l'uccisione del fratello Fredo), rimasto solo dopo che Kay lo ha lasciato, e se vogliamo non troppo contento nemmeno come padre, visto che il figlio Anthony si mostra non solo completamente disinteressato alle questioni di famiglia, ma le disprezza proprio, preferendo buttarsi in una carriera come cantante lirico. L'unica a portare un po' di consolazione al vecchio boss è la figlia Mary, giovane donna brillante che si occupa di varie associazioni di beneficenza intitolate alla nonna Carmela Corleone.
L' improvvisa riscossa sembrerebbe arrivare dalla scoperta di un nipote che non sapeva di avere, Vincent Mancini (Figlio illegittimo del fratello Sonny e di una sua amante): sembrerebbe lui l'erede ideale, tant'è che Michael non esita a farlo entrare al suo servizio per istruirlo. Purtroppo tra intrighi familiari e non, gli andrà male anche stavolta fino ad arrivare alla punizione più terribile: l'uccisione di Mary in un attentato a lui rivolto.
La storia in realtà funziona abbastanza, gli interpreti anche, a parte la giovanissima Sofia Coppola un po' troppo rigida e inespressiva che per fortuna cambierà con successo carriera e diventerà regista; il fatto è che manca proprio quel qualcosa che io chiamo "quid", altri "Chimica" o come preferite, in un film sostanzialmente inutile, seppure non brutto.
venerdì 9 novembre 2018
Lo Schiaccianoci e i quattro regni (The Nutcracker and the four reams), 2018
Regia di Lasse Hallstrom, con Mackenzie Foy (Clara), Morgan Freeman (il padrino), Jayden Fhora Knight (Philip. lo Schiaccianoci), Keira Knigthley (Fata Confetto), Helen Mirren (Madre cicogna), Matthew McFayden (Mr. Stalbhaum), Ellie Bamber (Luisa), Tom Sweet (Fritz).
La Vigilia di Natale la giovane Clara, da poco rimasta orfana di madre, riceve un regalo che la stessa madre aveva destinato alla figlia prima d morire: un uovo- carillon che si può aprire solo tramite una chiave che però nella confezione originale non si trova. Durante la Festa di Natale in casa di amici, Clara riceve come regalo dal proprio padrino, un misterioso filo d'oro; seguendolo, trova la famosa chiave, finita in un misterioso mondo parallelo. Prima però che Clara possa tornare indietro, la chiave le viene rubata da un topolino, e la ragazza si mette alla sua ricerca....
Un'odiosa moda moderna è quella di anticipare il Natale di almeno due mesi; ormai lo si fa in qualunque campo, cinema compreso evidentemente, dato che questo film era sicuramente più adatto per il periodo natalizio. Comunque sia sono andata a vederlo comunque, senza conoscere molto della storia originale (ricordavo a tratti il vecchio film di animazione "La favola del Principe Schiaccianoci", del 1990), e posso dire non mi è affatto dispiaciuto, è un film carino e rasserenante.
La cosa che ho preferito, oltre alla musica, è stata la fotografia, molto colorata con colori brillanti, che ovviamente serve a rendere l'insieme fiabesco al punto giusto.
Nei panni di Clara troviamo MacKenzie Foy, che otto anni fa da bambina interpretò Renesmee, la figlia di Bella ed Edward nell'ultimo film della serie "Twilight"; ora, ovviamente cresciuta, interpreta Clara, la giovane protagonista, ragazza che da poco ha perso la madre e che, giustamente, non ha alcuna voglia di partecipare a festeggiamenti di alcun tipo, nemmeno per il Natale, nemmeno per fare piacere al proprio padre che si sforza di andare avanti per i figli. Alla Vigilia di Natale, Clara e i fratelli ricevono dei regali che la madre era riuscita a destinare loro prima di morire, e il suo è quello più particolare: un uovo- carillon accompagnato da uno strano messaggio, la cui chiave è però introvabile. Grazie all'aiuto del suo padrino, abile inventore, Clara troverà la chiave in un misterioso mondo parallelo composto da quattro regni, di cui scopre che la madre era la regina (e devo dire che questo punto della storia non l'ho capito); regni che sono in crisi e in lotta fra di loro e Clara, come erede, verrà incaricata di portare la pace. Non tutto (e sopratutto non tutti) è ciò che sembrano, ma Clara potrà contare sull'aiuto del fedele soldato Schiaccianoci Philip.
Inutile dire che l'avventura le servirà per crescere, accettare la morte della madre e ritornare con più serenità nel proprio mondo, dalla propria famiglia.
Come dicevo conosco poco della storia originale, personalmente ho trovato bastevolmente in parte gli interpreti (dai più famosi alla giovane Foy, che potrebbe anche avere successo in questa professione), anche se a un certo punto la trama sembra tirata un po' per i capelli, nonostante non sia certo un film lungo (poco più di un'ora e mezza).
Molto gradevole e sopratutto, natalizio.....anche se in anticipo!
martedì 6 novembre 2018
The White Queen (2013), Ep. 10: The Battle
Con Aneurin Barnard (Riccardo), Faye Marsay (Anna), Freya Mavor (Elisabetta di York), Rebecca Ferguson (Elisabetta Woodville), Tom Mackay (Jasper Tudor),Rupert Graves (Thomas Stanley), Amanda Hale (Margaret Beaufort), Michael Marcus (Enrico Tudor).
Riccardo consente a Elisabetta Woodville e alle figlie di ritirarsi in campagna a vita privata, e richiama a corte la giovane Elisabetta e Cecilia come dame di compagnia di Anna; mal gliene incoglie, visto che comincia la rovina. Il piccolo Ned si ammala e muore improvvisamente lasciando nella disperazione entrambi i genitori; mentre Anna si lascia andare per il dolore, tra Riccardo e la giovane nipote nasce un'attrazione. Tutto questo mentre Henry Tudor rivendica per sè il trono d'Inghilterra accusando Riccardo di mille nefandezze....
Ecco l'ultima, dolorosa puntata. Non solo per la mia passione personale verso tali personaggi, ma perchè effettivamente permeata dal dolore e dalla sofferenza: Anna e Riccardo, imbruttiti e sofferenti, non sono più loro, si stanno allontanando, complice anche (previa maledizione della Woodville) la "bitch princess" Elisabetta, che come una gattamorta non si sa fino a che punto innocente (io direi molto poco, visto che per tutta la puntata non fa altro che augurarsi sorridente che la regina tolga il disturbo in modo da poterle lasciare campo libero!), richiamata a corte si insinua come elemento destabilizzante nella coppia, fin da subito, con Riccardo che le presta più attenzione che alla moglie, apparentemente con la scusa dichiarata di ridicolizzare Enrico Tudor, fidanzato della ragazza e già nemico del re in carica. Purtroppo, quelle che nella realtà storica furono una delle tante voci di corridoio smentite, dalla Pippa Gregory e dagli sceneggiatori della fiction viene trasformata in verità , mettendo in scena nientemeno che un'attrazione incestuosa tra zio e nipote...e in che modo poi! Tutto sotto gli occhi della povera Anna, con la "bitch princess" che nemmeno al funerale del cugino si trattiene , cercando di prendere di nascosto la mano di Riccardo sotto il naso della moglie....per non parlare di ciò che succede DOPO la morte della poveretta, la sera prima della fatale battaglia di Bosworth. Come se non bastasse la fine della dinastia degli York e della coppia più amata della serie non ci è stato risparmiato nemmeno questo schifo di scena, che la BBC si è rifiutata giustamente di mandare in onda, costringendo la produzione a un doppio finale dove (nella versione BBC) l'incesto viene smentito. E indovinate quale dei due finali è arrivato da noi in Italia?!
In mezzo a ciò....tristezza infinita. Tristezza vedere l'allontanamento di Anna e Riccardo, la morte di Ned, la morte solitaria di Anna durante l'eclissi che simboleggia la fine della dinastia degli York (ma Riccardo, ma nemmeno la mano gli hai tenuto?!), la sofferenza di Riccardo per la morte di Ned (particolarmente toccante quando urla al figlio morto di vivere perchè glielo ordina il re), la sofferenza di Anna che la porta alla morte in meno di un anno, non prima di avere dichiarato "se potessi tornare indietro, non vorrei più essere regina", facendo capire che si è resa conto che la loro ambizione è stata anche la loro rovina, la morte di Riccardo sul campo di battaglia circondato dai traditori, con il corpo dilaniato e mutilato.....ho guardato la puntata con le lacrime agli occhi per tutto il tempo, anche se sarebbe stato meglio guardarla bendata, a questo punto. La mia impressione è che fra loro non sia mai venuto a mancare l'amore, ma purtroppo la fiducia sì, da quel maledetto episodio dei principini: Riccardo si è sentito messo da parte perchè sa che Anna è in dubbio riguardo alla sorte dei ragazzini, aggiungiamoci la crisi per la morte di Ned e il risultato è stato questo...
La Bitch princess alla fine, con la frase sprezzante "qualunque sarà l'esito di questa battaglia, io sarò regina" si rivela per quello che è..meglio ovviamente non dire cosa, ma il suo sbandierato amore per Riccardo questo nasconde: l'ambizione per il trono e stop. Però, secondo i suoi fan, il diavolo era Anna...sì come no!
Odiosa e insopportabile, la mia unica consolazione è che a lungo termine sarà ricordata come la madre di uno dei più sanguinari sovrani inglesi (Enrico VIII), e a breve termine, che avrà Margaret Beaufort come suocera....
Un appunto: mi sembra totalmente improbabile che le donne potessero circolare liberamente in un campo di battalgia alla vigilia di quest'ultima, e in particolare che un comandante e soldato esperto- come lo era Riccardo- abbia deciso di XXXXXX proprio la notte prima, invece di risparmiare energie...ma tant'è, in questa serie le inverosimiglianze sono di casa.
Ed ecco conclusa questa serie tv che mi ha appassionato, e su cui farò ancora qualche piccola riflessione....
P.S: piccola autoconsolazione personale: sono sicura che alla fine, Riccardo avrà trovato la sua Anna ad aspettarlo...e si saranno riuniti lontani da tanto dolore....
Iscriviti a:
Post (Atom)