sabato 31 maggio 2025

Hanno ucciso l'uomo ragno- La leggendaria storia degli 883, 2024

 


Diretta e ideata da Francesco Agostini, Chiara Laudani, Giorgio Nerone e Sydney Sybilla, con Elia Nuzzolo (Max Pezzali), Matteo Oscar Giuggioli (Mauro Repetto), Ludovica Barbarito (Silvia), Davide Calgaro (Cisco), Carlo Palmieri (Rosario Fiorello), Roberto Zibetti (Claudio Cecchetto).

Pavia, fine anni '80: Max, aspirante musicista, durante l'estate lavora aiutando il padre nel negozio di famiglia. Compone una canzone per conquistare Silvia, la ragazza di cui è innamorato ma che lo vede solo con un'amico, e alla ripresa dell'anno scolastico conosce Mauro, suo compagno di banco anche lui appassionato di musica. Anche se i due ragazzi non lo sanno quel giorno hanno gettato le basi che porteranno alla fondazione degli 883...


Da fan della prima ora degli 883 attendevo da tempo questa serie tv, e sono molto felice del successo che ha ottenuto; quindi sappiate che questa recensione non sarà affatto imparziale! :)

Inevitabilmente, per quelli come me rappresenta un'operazione nostalgia di non poco conto: rivedere l'Italia della nostra infanzia e gioventù, un paese e una società ormai quasi del tutto scomparsi, è stata un'emozione piuttosto forte, sopratutto in questo periodo dove le cose (tanto per cambiare) non vanno bene.

La serie ha oltretutto il merito di rendere giustizia a Mauro Repetto, per anni ritenuto poco più di uno sfigatello anche da parecchi fans, e che qui scopriamo essere non solo autore dei testi assieme a Max Pezzali ma  anche in qualche modo anima e artefice delle sorti del gruppo, visto che viene mostrato come  un vulcano di idee, impegnato a convincere il più timoroso amico a cogliere ogni occasione per "buttarsi". 


Il successo anche fra le generazioni più giovani credo sia dovuto all'abilità con cui gli sceneggiatori sono riusciti  a presentare la storia di un duo musicale come la storia di due ragazzi normali e apparentemente senza doti particolari che però hanno saputo credere nel loro sogno portandolo avanti tra contrarietà e dubbi. Un tema "sempreverde" e per certi aspetti molto americano trasportato nella realtà italiana, una realtà piuttosto sonnacchiosa come quella della provincia del Nord dell'epoca con intelligenza, ironia e momenti di divertimento garantiti, in cui tra l'altro molti riconosceranno scene e temi propri delle canzoni degli 883. Due protagonisti perfetti come Elia Nuzzolo e Matteo Oscar Giuggioli, così diversi ma allo stesso tempo così simili agli originali, attorniati da personaggi destinati a diventare famosi ma all'epoca anche loro esordienti (Fiorello) o che proprio si dedicavano ad altro (Maria De Filippi), insieme a gente già nota (Claudio Cecchetto, Jovanotti); non può mancare Cisco (Davide Calgaro), l'amico di sempre citato da Max in parecchie canzoni. Il personaggio di Silvia invece è la "summa" di alcune fidanzate/amiche dell'epoca (annedoto raccontato dalla moglie di Pezzali).

Colonna sonora targata 883 solo in parte (dato che all'epoca erano sconosciuti/esordienti),  con pezzi di Sandy Marton, Luca Carboni, Vasco Rossi, Jovanotti ecc; bella la citazione di Alessandro Canino, che con loro vinse "Vota la voce" 1992 e che quell'anno aveva furoreggiato con la canzone "Brutta" (che, ne sono certa, è ancora oggi nel cuore di moltissime ex ragazzine dell'epoca, come me). 

Ora però attendo la seconda stagione, anticipata dato il finale aperto e alcune scene in cui ci mostrano la vittoria degli 883 al Festivalbar dell'anno dopo, 1993. 





domenica 25 maggio 2025

Le assaggiatrici, 2025

 


Regia di Silvio Soldini, con  Elisa Schlott (Rosa Sauer), Alma Hasun (Elfride), Thea Rasche (Augustin), Albert Ziegler (Max Riemelt), Berit Vander (Ulla), Emma Falck (Leni). 



La giovane Rosa Sauer vive assieme ai suoceri in un paesino di campagna in provincia di Berlino, mentre il marito è al fronte; assieme ad altre donne viene reclutata per guadagnarsi da vivere come assaggiatrice, ovvero: dovranno assaggiare ogni giorno i cibi che il cuoco personale di Hitler prepara per lui, in modo da smascherare qualsiasi possibile avvelenamento...


Tratto dal romanzo omonimo (2018) di Rosella Postorino, caso editoriale di quell'anno, è a sua volta tratto da una storia vera tenuta nascosta per decenni dalla protagonista e voce narrante, Rosa Sauer appunto.

Buona come trasposizione letteraria (salvo i soliti cambiamenti che non mancano mai), funziona anche come film narrando senza particolari fronzoli la storia di questo gruppo di donne che è come se vivessero divise a metà: da un lato, in una Germania ormai prossima alla disfatta, sono considerate privilegiate perchè mangiano ogni giorno, al contrario di quanto ormai sta avvenendo per la gente comune; dall'altro, ogni pasto per loro è una possibile condanna a morte, in caso appunto di cibo avvelenato. Oltretutto, non possono rifiutarsi per ovvi motivi, e anche in caso stessero male non verrebbero nemmeno soccorse perchè la priorità assoluta è la sicurezza del Fhurer 

Insomma, una situazione tutt'altro che simpatica in un contesto già di per sè tragico come quello di un paese in una guerra che sta perdendo; il regista mette in luce la solidarietà che giocoforza si sviluppa tra le assaggiatrici, la cui posizione a tavola ricorda vagamente (a mio avviso) l'Ultima Cena, e forse non è una casualità 

Da vedere sicuramente se avete amato il libro. 






lunedì 19 maggio 2025

Fatti di gente perbene, 1974


 Regia di Mauro Bolognini, con Catherine Deneuve (Linda Murri ), Giancarlo Giannini (Tullio Murri ),Fernando Rey (Augusto Murri), Giacomo Rossi Stuart (Riccardo Murri), Paolo Bonacelli (Francesco Bonmartini), Rina Morelli (Giannina Murri), Tina Aumont (Rosina Bonetti), Corrado Pani (Pio Naldi), Ettore Manni (Carlo Secchi).



Bologna, 1902: il conte Francesco Bonmartini viene ritrovato assassinato in casa sua, inizialmente si pensa a un delitto passionale visto il ritrovamento di alcuni indumenti femminili nella sua camera da letto. Poco dopo però Tullio Murri, cognato del conte in quanto fratello della moglie Linda, confessa l'omicidio. Tullio e Linda sono figli di Augusto Murri, uno dei più noti luminari dell'epoca in Italia e all'estero; inevitabile quindi che la vicenda si trasformi in uno dei più noti casi mediatici dell'epoca, che rimarrà nella storia del crimine italiano......



Il film ripercorre un celebre caso di cronaca italiano, il "Delitto Murri", avvenuto a Bologna nel 1902, che fece parlare l'Italia per anni.

Molto accurato esteticamente, si limita a raccontare i fatti con uno stile asciutto ed essenziale che però sacrifica parecchio della psicologia dei personaggi, che risultano piuttosto patinati; si può notare qualche concessione ai pettegolezzi dell'epoca, che facevano illazioni su un presunto legame incestuoso tra i due fratelli Murri ma che appunto rappresentarono solamente delle falsità. 

Nonostante la figura del debosciato Bonmartini venga piuttosto annacquata, il film rende molto bene l'idea dell'ambiente in cui il delitto maturò. 

Tra gli attori figura Kim Rossi Stuart, allora bambino, assieme alla sorella Loretta: i due bambini interpretano Maria e Federico,  i figli di Linda Murri e Francesco Bonmartini.

Nel 1975 il film vinse il David di Donatello e il Nastro D'argento come miglior film.