Regia di Mike Newell, con Jeremy Irving (Pip Pirritt), Holiday Granger (Estella Havisham), Helena Bonham Carter (Miss Havisham), Ralph Fiennes (Able Magwitch),Jason Fleming (Joe Gargery),Olly Alexander (Herbert Pocket).
L’orfano Pip vive con la sorella e il cognato Joe in una piccola cittadina; un giorno viene chiamato a casa della signorina Havisham, un’eccentrica donna che dopo una delusione d’amore vissuta molti anni prima vive rinchiusa in casa e senza nessun contatto con il mondo, per giocare con la di lei figlia adottiva Estella. Sin dai loro primi incontri il ragazzino si invaghisce di Estella, che bellissima e sprezzante si dimostra sempre fredda e indifferente; dopo qualche tempo la ragazzina viene mandata in collegio e i due non si rivedono più. La vita di Pip cambia improvvisamente quando, grazie a un misterioso benefattore, viene prelevato dalla famiglia d’origine per essere condotto a Londra ed educato per diventare gentiluomo; si apre per il giovane una nuova vita e comincerà a nutrire alcune “grandi speranze”, appunto, tra le quali la principale è quella di conquistare il cuore di Estella….
Tratto dal romanzo omonimo (1861) di Charles Dickens, sono rimasta davvero molto soddisfatta da questo film: fedele al romanzo (i cambiamenti sono pochi e non significativi), bravi interpreti, costumi e ricostruzioni molto belli, film interessante e non noioso.
In particolare, ero molto curiosa di vedere Helena Bonahm Carter nei panni di Miss Havisham, e devo dire che l'attrice ha fornito un'interpretazione davvero superba di questo toccante e difficile personaggio, molto più vicina alla realtà del romanzo di altre versioni, o delle stesse illustrazioni del romanzo. Efficaci anche i due giovani protagonisti, molto affascinante l'interprete di Estella che con la sua bellezza diafana e impenetrabile riesce tuttavia a conferire tratti di umanità al suo personaggio che nel romanzo, francamente, non ero riuscita a percepire. E' molto difficile essere completamente soddisfatti delle versioni cinamtografiche dei libri, ma in qusto caso a me è capitato. Da appassionata di orecchini, una nota di merito per gli splendidi orecchini indossati da Estella!
Regia di David Dodd Hand, James Algar, Bill Roberts, Norman Wright, Sam Armstrong, Paul Satterfield,Graham Heid, con le voci di Loretta Goggi (Bambi cucciolo), Roberto Chevalier (Bambi, adulto),Fiorella Betti (mamma di Bambi),Corrado Pani (Tamburino)
Il cerbiatto Bambi, figlio del Re della Foresta, trascorre un’infanzia felice accanto alla dolce mamma e agli amici: la timida puzzola Fiore, il vivace coniglio Tamburino e Faline, un’altra cerbiattina. Un giorno la mamma viene uccisa da un cacciatore: questo fatto segna l’infresso di Bambi nella vita degli “adulti”, in cui effettivamente lo ritroviamo cresciuto dopo qualche tempo, e in lotta per conquestare non solo l’amore di Occhidolci, ma anche il titolo di Re della Foresta…
Tratto dal romanzo per bambini di Felix Salten “Bambi, vita di un capriolo” (1925), è un altro dei classici Disney più amati di tutti i tempi. A essere sincera, a me non è particolarmente piaciuto, l’ho trovato abbastanza noioso nonostante la simpatia del coniglio Tamburino; per lungo tempo è stato così, i film composti da soli protagonisti animali non mi sono mai piaciuti molto, con uniche eccezioni: LA CARICA DEI 101 e ROBIN HODD (ovviamente le versioni Disney). Comunque penso sia un film che valga la pena di vedere e far vedere ai bambini, soprattutto i più piccoli, che però potrebbero rimanere turbati dalla scena della morte della mamma di Bambi (considerata da vari esperti una delle scene più traumatizzanti della storia del cinema…addirittura!); per il resto la storia è chiaramente interpretabile come una “storia di formazione”, seppure narrata in ambito animale. Se possa risultare istruttiva non lo so, forse potrebbe esserlo per i bambini più grandicelli (8-10 anni), per gli altri come detto risulteranno più affascinati i personaggi in sé più che la storia. Musiche senza infamia né lode, meno presenti che negli altri classici Disney. Colori e disegni molto vividi. Il film ricevette tre nomination agli Oscar: miglior sonoro (Sam Slyfield), migliore canzone (per "L'amore è una canzone" cantata in originale da Donald Novis) e migliore colonna sonora, ed è l’ultimo film Disney realizzato prima dell’entrata in guerra degli Stati Uniti.
Regia di Carlo Lizzani, con Antonella Lualdi (Milena), Irene Cefaro (Clara), Eva Vanicek (Bianca), Cosetta Greco (Aurora), Marcello Mastroianni (Ugo), Adolfo Consolini (Maciste), Anna Maria Ferrero (Gesuina), Giuliano Montaldo (Alfredo).
Le protagoniste di questo film sono quattro amiche: Aurora, Milena,Bianca e Clara, soprannominate “Gli angeli di via del Corno”, la via di Firenze dove sono nate e dove vivono. E che, come spesso capita, è un piccolo mondo dove tutti si conoscono, con tante persone e tante storie: c’è Maciste, il maniscalco antifascista, c’è Carlino, che invece è fascista della prima ora e sogna di diventare gerarca; c’è Alfredo, il marito di Milena, che viene ridotto in fin di vita dai squadristi per non aver preso la tessera del fascio; ci sono le nostre quattro amiche con gioie, dolori e amori. Su tutti, domina la Signora, che da anni non esce più di casa per una malattia invalidante ma che si tiene al corrente di tutto grazie alla serva Gesuina, e che tesse trame e intrighi di ogni tipo…
Tratto dall’omonimo romanzo (1947 ) di Vasco Pratolini, è un bel film che, utilizzando uno spunto da “neorealismo rosa” arriva a narrare una storia prevalentemente corale, sacrificando per questo parte delle situazioni private dei protagonisti, che invece nel romanzo sono ben dettagliate. Il risultato è un piccolo affresco di un’epoca, in cui ogni attore dà buona prova di sé nel proprio ruolo (da notare un Marcello Mastroianni alle prime armi) riuscendo a ritagliarsi il proprio spazio in mezzo a tanti personaggi e tante storie. Probabilmente piacerà molto agli amanti del genere (come me), ai puristi del romanzo non so….comunque penso valga la pena di vederlo, se non altro per recuperare un piccolo pezzo del nostro cinema migliore.
Regia di Cristina Comencini,
conGiulia Valentini (Gina), Filippo
Scicchitano (Marco).
Marco e Gina si incontrano per
una fortuita circostanza: lui è al suo primo giorno di lavoro come autista, lei
deve recarsi da un onorevole amico della madre che la aiuterà a entrare nel
mondo dello spettacolo.
Dato che per un contrattempo
l’onorevole non potrà ricevere subito Gina, Marco viene incaricato di
intrattenerla per l’intera giornata; i due iniziano cosi a girare per
Roma….
Tratto dal romanzo IL CIELO
CON UN DITO ( 2010) di Claudio Bigagli, è un film carino senza troppe pretese,
rivolto al pubblico giovanile ma con un occhio pure per gli
adulti.
I due protagonisti sono due
giovani figli dei tempi della crisi, e ciò viene avvertito per tutto il film.
Soprattutto lei, la bella
Gina, che accetta passivamente il compromesso con l’onorevole facendo finta di
non sapere di cosa si tratta e solo perché spinta dalla madre, perché il suo
obiettivo è quello di lavorare nel cinema, ma che in realtà è una comune ragazza
con dei sogni, dei sentimenti, un bisogno di affetto e di autenticità che a mio
avviso la giovane e sconosciuta attrice che la interpreta rende molto
bene.
Marco, il protagonista
maschile, è un ragazzo apparentemente scanzonato e contento, soprattutto del suo
primo giorno di lavoro, ma in realtà anche dentro di lui cova una traccia di
insoddisfazione non così nascosta come si potrebbe pensare; l’essere stato
raccomandato, la consapevolezza di quello a cui gina sta per piegarsi lo portano
alla ribellione finale, ma in sostanza questi ragazzi pensano e agiscono “alla
giornata”, senza riflettere troppo sulle conseguenze di quello che fanno e
ritagliandosi, in fondo, uno spazio per pretendere di poter vivere ancora con
incoscienza e spensieratezza.
Il film non è lungo ma passa
ancora più in fretta dato che al regista sa tenere molto bene viva l’attenzione
degli spettatori e coinvolgerli nella vicenda. Ottima colonna sonora e splendide
(e non poteva essere altrimenti….)vedute di Roma.
Regia di Giuseppe Piccioni , con Margherita Buy (La preside
), Riccardo Scamarcio (Prof. Prezioso ), Roberto Herlitzka (Prof. Ferlito ),
Ionut Paun (Adam), Lucia Mascino (Elena Togani).
In un liceo romano inizia il nuovo anno scolastico: c’è la
preside scrupolosa e attenta alle regole, c’è il giovane supplente al suo primo
incarico emozionato e idealista e c’è l’anziano professore di storia dell’arte
ormai disilluso da tempo, con una vita appassita tra i libri.
Tutti loro saranno, in vicende diverse e a livelli diversi,
coinvolti da alunni vecchi e nuovi che mostreranno come la scuola non è un’esperienza
che si esaurisce tra i banchi…
Tratto dal romanzo omonimo (2011 ) di Marco Lodoli, è un film che descrive realisticamente
problemi, vizi e virtù di una tipica scuola italiana dei nostri giorni.
Causa lavoro e vicende personali, amo molto i film
ambientati a scuola , di qualsiasi nazionalità; ho apprezzato anche questo,
seppure non ho potuto fare a meno di notare qualche scivolone.
Innanzitutto una precisazione: la scena inziale con la
preside che arriva a scuola e va sistemare la carta igienica da lei portata da
casa nei bagni E’ VERISSIMA, vita vissuta! E c’è anche il proiettore rotto che
nessuno ripara, il cassetto degli anni’20 (del ‘900…) che ormai non si apre più,
le sedie che non sono abbastanza e quando una si rompe bisogna girare tutta la
scuola per trovarne un’altra….insomma, io lavoro all’asilo ma posso confermare,
non solo perché ricordo ancora la mia esperienza scolastica….!
Lavorare in condizioni di questo genere, e- mi permetto di
aggiungere- in un settore dove gli stipendi sono bassi, il precariato è ormai
la regola e il mondo di fuori ha perso il rispetto e si basa solo su pregiudizi
non è certo facile, e quindi mi sono ritrovata, nonostante la differenza d’età,
più nei panni del cinico professore di arte (interpretato da un bravissimo
Roberto Herlitzka)- a cui però basterà l’incontro con una ex alunna che nemmeno
ricordava più a ridare un senso a una vita vuota e arida- che nel supplente
precario Scamarcio, armato di buone intenzioni ma forse un po’ fuori dal mondo
per certi aspetti, anche se è quello che si preoccupa di più dei suoi studenti.
Mi ha colpito anche la rigida preside che si trova a vedere smantellate le sue
certezze e la sua corazza quando si trova alle prese con un alunno problematico
e abbandonato, molto brava Marghrita Buy in questo ruolo, anche se dire che
ormai questo tipo di interpretazione le è omrai congeniale.
Bravissimo anche il ragazzino che interpreta appunto l’alunno
problematico di cui sopra; nel complesso un bel film,molto più veritiero dell’ipocrita
spot Miur che circola in questi giorni….
4) Il film più brutto che tu abbia mai visto: uno su tutti? NON TI MUOVERE, di Sergio Castellitto. Ma potrei anche mettere IL GLADIATORE, ARANCIA MECCANICA, I 4 FIGLI DI KATIE ELDER...insomma, come per i preferiti, la scelta è vasta!
Per distrazione ho cancellato il precedente post sulle Barbie Hollywood, lo ripubblico ora chiedendo scusa a chi l'aveva commentato!
Ripropongo un post che
avevo messo sul mio vecchio blog: quello dedicato alla serei "Barbie Hollywood"
che riproduce ciclicamente da anni (l'uòtima, Grace Kelly, è uscita
quest'estate) personaggi di film e attrici di Hollywood. Sono bellissime, quasi
introvabili e quasi sempre costosissime, ovviamente!
VIA VOL
VENTO
Rossella e Rhett
GRACE
KELLY
Versione "La
finestra di fronte"
Versione "Caccia
al ladro"
AUDREY
HEPBURN
Colazione da Tiffany
Le quattro versioni di Eliza Dolittle in MY FAIR LADY
Ecco qui invece Ken- Higgins:
MARYLIN
MONROE In QUANDO LA MOGLIE E' IN VACANZA
Con Jane Russell in COME SPOSARE UN MILIONARIO
COME SPOSARE UN MILIONARIO , quando canta "Diamond's are a girl's best friends"
Prosegue la carrellata
dedicata alla Barbie da collezione che riproducono personaggi del
cinema...
I protagonisti
de IL MAGO DI OZ
La malvagia
strega dell'Est
C'è anche la
buona strega dell'Ovest e i mastichini. GREASE
Sandy
Rizzo
Francy
Sandy nella
parte finale del film. Ci sono anche Sandy in
versione Cheerleader, nella scena del ballo scolastico e altre due Pink
Ladies. LIZ TAYLOR
In Il PADRE DELLA SPOSA
In CLEOPATRA
TWILIGHT Edward e Bella
Alice Cullen
Jane
Devo confessare che uno
dei miei desideri è quello di collezzinarle tutte, purtroppo causa spazio,
prezzi e per il fatto che molte sono difficilmente trovabili, se non su E bay,
credo che sarà già tanto se riuscirò ad averne una. Le mie preferite sono quelle
di Audrey Hepburn (ovviamente), Rossella O'Hara col vestito di Tara, le due
Sandy di "Grease"e Grace Kelly in "Caccia al ladro". In effetti su E bay ne ho
anche trovate alcune che costano sui 30 euro, chissà che al mio
compleanno.....
Sicuramente in molti ricorderanno "30 giorni di libri" giochetto che qualche mese fa partendo da Facebook è stato ripreso poi da anobii e da molti blog. Ora ho deciso di trasformare la lista in "30 giorni di film",dedicato ovviamente al cinema:
1) Il tuo libro preferito: tanti, ne cito due: RADIOFRECCIA di Luciano Ligabue e ROMANZO CRIMINALE, di Michele Placido.
Regia
di Daryl Duke, con Richard Chamberlain (Padre Ralph de Bricassarde), Rachel
Ward (Maggie Cleary), Jean Simmons (Fiona Cleary), Richard Kiley (Paddy
Cleary),Barbara Stanwick (Mary Carson), Bryan Brown (Luke O’Neill), Mare
Winningham (Justine O’Neill),Philip Anglim (Dane O’Neill), Piper Laurie (Anne
Mueller).
Australia,
primi anni ’30: Paddy Cleary arriva dall’Irlanda con la sua numerosa famiglia
per lavorare nel ranch dell’anziana e ricchissima sorella Mary. Frequentatore
della tenuta è anche padre Ralph, un giovane e ambizioso prete che spera che
Mary lo aiuti nella sua carriera ecclesiastica; il quale si affeziona molto a
Maggie, la figlia minore dei Cleary, una bambina solitaria etrascurata dai suoi genitori, per la quale
diventa il punto di riferimento più importante per tutta l’adolescenza.
Anni
dopo, tra Maggie ormai cresciuta e padre Ralhp nasce uno scandaloso e
combattuto amore…
Tratto
dall’omonimo best seller (1977 ) di Collen McCoullgh, è sicuramente lo sceneggiato
più famoso degli anni ’80, e non solo in Italia: negli USA le prime tre puntate
si trovano tutt’ora tra i dieci programmi più visti di tutti i tempi.
Un
successo planetario quindi per uno sceneggiato- kolossal, che al di là
dell’insipida (per la sottoscritta, beninteso, dato che milioni di spettatori e
spettatrici in tutto il mondo l’adorano tutt’ora….) storia d’amore, ha in
effetti molti meriti: in primis, un’ottimo castche raduna tra l’altro alcuen “vecchie glorie” del cinema, a partire dal
protagonista Richard Chamberlain ( che già negli anni ’60 aveva avuto grande
successo in tv con la serie “Il dottor Kildare”)- a mio avviso molto efficace,
forse ottimo,nel ruolo di padre Ralph,
diviso tra l’amore per Dio, quello per Maggie e, diciamocelo, quello per i
soldoni…- per proseguire con Jean Simmons, bellissima e piena di fascino e
grazia anche se non più giovane e soprattutto vestita con abiti da poveraccia,
nel ruolo della madre di Maggie, forse una delle figure più interessanti,
sofferte e profonde dell’intera storia; la veterana Barbara Stanwick nel ruolo
dell’odiosa (tratta il fratello e la famiglia come degli schiavi!) e ridicola
(è innamorata di padre Ralph e cerca di sedurlo…ditemi voi!) proprietaria di
Drogheda.
In
tempi non sospetti, gandi attori che certamente non hanno avuto paura di
confrontarsi con il mezzo televisivo ritenendolo inferiore.
Ottime
prove anche per gli attori più giovani e grande successo ovviamente per la
bella della storia, la giovane e bella Raquel Welch nel ruolo dell grintosa,
capricciosa e allo stesso tempo generosa protagonista, il vero motore della
storia d’amore, con la sua sicurezza in questo sentimento anche andando contro
tutto e tutti.
La
sottoscritta ama molto le sagh familiari di questo tipo, e quindi anche lo
sceneggiato (ma di più il libro) mi è piaciuto molto soprattutto per questo,
dato che – storia d’amore scandalosa a parte-tratta la storia di una famiglia
nel corso di alcuni decenni; una vita dura spesso segnata da grandi tragedie
(su tutte, pare che quella che ha più colpito gli spettatori di ogni tempo sia
stata la morte di Stu, uno dei fratelli di Maggie), ma anche vissuta all’insegna
dell’unità familiare e dell’attaccamento alla propria terra, vista proprio in
quest’ottica più che come ricchezza; cosa che ricorda molto Rossella O’Hara e
Tara in VIA COL VENTO.
Impossibile
non menzionare i bellissimi paesaggi australiani incui,per la maggior parte, si svolge l’azione,
ancora meglio illustrati da un’abile fotografia che mette in risalto soprattutto
i colori forti e smaglianti.
Bella
la colonna sonora, ma antesignana di una fastidiosa abitudine comune alle
colonne sonore di oggi: ovvero, si alza all’improvviso assordando lo spettatore….
Nel
1996 è stata girata una miniserie intitolata UCCELLI DI ROVO:GLI ANNI MANCANTI,
diretta da Kevin James Dobson, che racconta appunto il “buco temporale”
presente nella storia orginale, ovvero gli anni della seconda guerra mondiale.
Nel
ruolo di padre Ralph ancora Richard Chamberlain, mentre Maggie è interpretata
da Amanda Donohe.
Nella
Firenze dell’immediato dopoguerra, nel quartiere di Sanfrediano, il giovane
Aldo Serrani, detto Bob per la somiglianza con l’attore Robert Taylor, si
diverte a sfarfalleggiare da una ragazza all’altra, fingendosi fidanzato con
tutte e tenendo in piedi più di una storia.
Ma
un giorno le quattro ragazze: Mafalda, Tosca, Gina e Silvana scoprono l’inganno
e si riuniscono per architettare una bella vendetta ai danni del galletto….
Tratto
dall’omonimo romanzo(1949) di Vasco
Pratolini, il film appartiene al genere del “neorealismo rosa” in voga negli
anni ’50. E’ unaversione quasi
totalmente diversa dal libro,anche se ne mantiene lo spirito goliardicoe scanzonato con cui il di per sé poco
simpatico protagonista (credo che una vicenda simile nella realtà sarebbe
vissuta in modo ben diverso!) riesce comunque ad accattivarsi qualche simpatia
al di là del “ti sta bene” che sorge spontaneo alla fine del film.
Un
cast basato interamente su attori giovanissimi (alcuni, come Giovanna Ralli,
destinati a una lunga e fortunata carriera) contribuisce sicuramente a dare al
film quella patina di spensieratezza e allegria tipico del genere; tra di loro
spiccano appunto la Ralli nel ruolo di Mafalda, la ragazza più “chiacchierata”
e indipendente del gruppo, e Il protagonista maschile che cambia maschera per
ognuna delle sue conquiste.
Chi,
come me, ama particolarmente questo genere di cinema ne rimarrà soddisfatto,
nonostante la totale diversità dal romanzo.
Regia di Stephen Daldry, con Nicole Kidman
(Virginia Woolf), Meryl Streep (Clarissa Vaughn ), Julianne Moore (Laura
Brown), Claire Danes (Julia Vaughn), Ed Harris (Richard Brown), Stephen Dillane
(Leonard Woolf),Miranda Richardson (Vanessa Bell), John C.Reilly (Daniel Brown).
In
tre epochediverse, le vite di tre donne
sono legate fra loro da “La signora Dalloway”, uno dei romanzi più famosi di
Virginia Woolf.
La
prima è proprio la famosa scrittrice inglese, che comincia a soffrire di
depressione mentre sta scrivendo “La signora Dalloway”; la seconda è Laura
Brown, infelice casalinga degli anni ’50 che proprio leggendo il romanzo
prenderà la decisione più grande della sua vita; la terza è Clarissa,
insegnante dei giorni nostri, che sta organizzando un’ultima festa in onore
dell’amico Richard , malato terminale di Aids, e che quindi si vede come una
modernaMrs Dalloway…
Tratto
dal romanzo LE ORE (1999 ) di Michael Cunningham, è un film a episodi
intrecciati ma non troppo difficile da seguire; purtroppo, come è stato
riscontrato da più critici, è abbastanza lento e monotono, seppure di buona
fattura e con delle interpreti molto brave, soprattutto Nicole Kidman (che per
questo ruolo ha vinto l’Oscar come migliore attrice protagonista), imbruttitasi
con naso posticcio per interpretare la complessa figura di Virginia Woolf-
operazione perlatro riuscita: la Kidman è davvero molto intensa e credibile nel
ruolo della tormentata scrittrice, come forse poche altre volte nel corso della
sua carriera- e Julianne Moore nel ruolo dell’inquieta casalinga anni ’50:
quella che alla fine prenderà al decisione più estrema (e davvero poco apprezzabile
sotto ogni punto di vista) e alla fine si rivelerà la chiave tra le tre
protagoniste.
Un
poco “fissa” nella sua solita bravura ho trovato la Streep, il personaggio che
mi ha comunicato di meno dal punto di vista emotivo, anche se ho apprezzato
molto il legame tra il suo personaggio e quello dell’amico scrittore malato
terminale di AIDS, unica presenza maschile rilevante in mezzo a tre prime
donne, anche s enon mi sentirei di definirlo un film “al femminile”, perché credo
che le tematiche che affronta siano di interesse universale per entrambi i
sessi.
Nel
2003 il film fu candidato a ben nove premi Oscar: miglior film, regia,
attoree attrice non protagonisti,
attrice protagonista, montaggio, colonna sonora, costumi,sceneggiatura non
originale. Vinse solo Nicole Kidman come migliore attrice portagonista.
Regia
di Fabrizio Costa , con Riccardo Scamarcio (Marco di Monforte ), Martina Stella
(Giovanna Bentifoglio di Fanes), Ennio Fantastichi (Raniero di Rottenburg),
Jane Alexander (Magdalia di Toblach), Giulio Berruti (Thomas).
Italia,
1400 circa. Marco di Monforte è un giovane orfano allevato dal potente Raniero;
Giovanna Bentivoglio è una giovane nobile, nipote del vescovo di Cusano, cresciuta
in convento. I due giovani sono stati
promessi sposi dai loro tutori pur non essendosi mai visti; per evitare questo
matrimonio e contemporaneamente difendere l’eredità paterna che le spetta di
diritto scappa dal convento e va in guerra fingendosi un uomo; qui conosce e fa
amicizia proprio con Marco, ignorando entrambi le rispettive identità…
Della
serie: “ma se volete raccontare una storia a modo vostro non potete raccontarla
senza dire che è un remake di un grande classico?!”.
Infatti
questo sceneggiato ha ben poco a che veder sia con il romanzo si Robert L.
Stevenson al quale si ispira , sia all’omonimo sceneggiato del 1968 di cui
dovrebbe essere il remake, a partire dal fatto che non è nemmeno ambientato in
Inghilterra ma in Italia.
Unica
traccia, il fatto che i due giovani protagonisti siano stati promessi dalle
famiglie e si innamorino senza conoscersi (e pensando di odiare, ufficialmente,
il rispettivo promesso) e il fatto che lei per tentate di sfuggire alla sua
sorte si vesta da uomo e- in questo caso,- vada a combattere (insomma: “meglio
ammazzata in guerra che moglie tua!”).
I
due protagonisti Riccardo Scamarcio e Martina Stella fra loro non funzionano
proprio; potrebbero ben definirsi “siamo la coppia più improbabile del mondo”.
Zero alchimia, zero passione, sono molto più credibili quando si combattono.
Anche
presi singolarmente fanno una magra figura: lei passi, ormai ci siamo abituati;
lui- che a mio avviso non è proprio da disprezzare come invece va molto di moda
fare- sembra lì proprio per prendere lo stipendio, nonostante anche
considerando i cambiamenti, le potenzialità il personaggio le aveva….
Per
quello che ho potuto vedere (dato che ho abbandonato la visione dopo due
puntate di sofferenza) molto meglio il cattivo Ennio Fantastichini…ma se avessi
resistito lo avrei fatto solo per le location.
Da
dimenticare (come , credo, la maggior parte del pubblico ha da subito fatto,
visti i non eccelsi ascolti ottenuti)!
Regia di Vittorio Sindoni , con Giampaolo Morelli (Bob), Vittoria Puccini (Mafalda), Martina Stella (Silvana), Camilla Filippi (Tosca), Chiara Conti (Gina), Donatella Salvatico (Bice), Giorgio Borghetti (Gianfranco) Nella Firenze dell’immediato dopoguerra, nel quartiere di Sanfrediano, il giovane Aldo Serrani, detto Bob per la somiglianza con l’attore Robert Taylor, si diverte a sfarfalleggiare da una ragazza all’altra, fingendosi fidanzato con tutte e tenendo in piedi più di una storia. Ma un giorno le quattro ragazze: Mafalda, Tosca, Gina e Silvana scoprono l’inganno e si riuniscono per architettare una bella vendetta ai danni del galletto…. Versione tv dell’omonimo romanzo (1949) di Vasco Pratolini, è una delle fiction che più mi sono piaciute in questi ultimi anni, molto ben fatta e che, anche se in alcuni punti diversa dal romanzo originale(soprattutto nel finale), mantiene fede allo spirito goliardico del romanzo. Ho trovato il cast femminile ( la parte preponderante della storia) azzeccato singolarmente ama anche abbastanza affiatato: su tutte le migliori sono Vittoria Puccini nel ruolo di Mafalda, la ragazza più difficile e problematica,quella destinata ad affrontare le prove più dure, e Camilla Filippi in quello della vivace Tosca, i due personaggi a mio avviso più realistici e sentiti. Martina Stella come al solito fa un magra figura, rimanendo per la quasi totalità del tempo con espressione immobile, contrita con occhi bassi, che vorrebbe illustrare il dolore della ragazza che ha perso il fidanzato in guerra, ma che in realtà sembra solo una suora in abiti civili; Giampaolo Morelli figura bene nel ruolo del mascalzone Bob, in fondo non senza cuore. Splendidi (non poteva essere altrimenti) i luoghi dove la storia è ambientata, ovviamente sul posto, in Toscana e buona la ricostruzione di abiti, case e altro dell’epoca.